La
Crisi politico-referendaria si è risolta e stabilizzata. Il renzismo è rimasto
in piedi e sta consolidando prospettive e desideri di potere. Ciò è dovuto a
mio parere, più che alle ambizioni personali di renzuschino, al fatto che l’establishment
non può permettersi deroghe ai propri piani monetari. Con un’Italia
politicamente fuori controllo (cioè in mano ai Cinque Stelle) il rischio di
default sistemico diverrebbe insostenibile. Draghi e i grembiulini dell’Unione
hanno quindi fatto in modo di ingabbiare il giovanotto e il suo partito in una linea
di continuità. L’ambito ottimale dell’operazione è stato, come in passato, il
Quirinale che si è mosso con passo felpato, ma cogente.
Ne è
nato un governo uguale al precedente ma senza Renzi (che così potrà rientrare
più avanti) dandogli tempo per rifarsi la verginità. Inoltre sono stati fatti
dei ritocchi per cooptare la Cgil, la quale controlla una nuova variabile
destabilizante ovvero il referendum anti Jobs Act. E’ stata inolter lanciata la
prospettiva di rifacimento di una legge elettorale rendendo così credibile lo
scenario di completamento della legislatura. Le finte opposizioni ci stanno in
cambio di un sostegno istituzionale al processo di ricomposizione del centro destra.
E Berlusconi, che dovrà dirigerlo, si presta al gioco per aiutare la famiglia
nella lotta contro il capitale speculativo francese. L’establishment nazionale
proteggerà Mediaset in cambio della legge elettorale antipopulista che
concluderà questo nuovo ciclo restauratore. La banca massonica
sopravviverà per accanimento terapeutico
(a spese del contribuente) dando così tempo per la formazione di un asse
arabo-atlantista (J.P.Morgan/Qatar?) a tutt’oggi impraticabile finché ISIS non
sarà cancellata. E per quest’ultimo obiettivo si conta su Trump.
A
togliere ogni dubbio sulla necessità di sostenere questo scenario generale è
stato il risultato del test antigrillino della settimana scorsa. E’ stata
infatti testata la potenza di fuoco del mainstream mediatico nazionale montando
una storia contro la Raggi e pompandola per una settimana su tutti i titoli di regime.
Due crisi di giunta parallele sono state trattate in modo differenziato: la
romana in modo aggressivo, la milanese in modo condisceso, misurandone gli
effetti sui sondaggi a fine settimana. Il risultato è stato chiaro: il consenso
populista si sposta di qualche zero virgola e il M5S vince in ogni caso grazie
al secondo turno; inoltre grazie al premio incostituzionale di maggioranza può consolidare
la vittoria per cinque anni. Meglio tornare al proporzionale… i grembiulini
starebbero più sereni. In ogni caso comunque i media di regime mantengono una
certa efficacia nell’orientamento della pubblica opinione e per il momento non
si può prescindere dal loro ruolo.
Avanti
quindi col nuovo, si fa per dire, governo senza però perdere di vista il
calendario che quest’anno prevede un Natale di venerdi (giornata islamica di preghiera)
con luna piena. Se il meteo regge la strada che conduce alla messa di
mezzanotte sarà naturalmente illuminata, anzi, luminosa. E le stelle staranno a
guardare.