Il mainstream casereccio di quest'ultimo mese si è
concentrato sul chiacchericcio europeo. Ma invece di
informarci sul più significativo passo messo in atto dalla UE ovvero il ricorso
in sede WTO contro i dazi trumpiani, continua a presentare una immagine della
burocrazia europea secondo la quale essa sarebbe sempre impegnata solo
sull’Italia per correggere le storture dell’attuale governo. Come se l’Italia
fosse la sua più pressante occupazione, quando invece assistiamo allo strazio sulla brexit e all'uscita di scena della Merkel.
E nonostante le due parti negozianti non fossero sullo stesso piano perchè chi ha un mandato politico fondato sul consenso si trova in una posizione più debole di chi non rischia niente come la burocrazia europea, tra Governo Italiano e UE è stata imbastita una trattativa. Per carità ciò è anche conseguenza del fatto che - essendo le forze storiche solo una marmellata marcescente - in questo momento all'interno del quadro politico nazionale non esiste una opposizione, ma è fuori dubbio che questo fatto ha determinato un oggettivo limite alla sovranità nazionale.
Su questo piano le imprecisioni si sono sprecate: non è stato detto ad esempio che il mandato di questi interlocutori non è di natura
elettorale ed è
in scadenza fin dai primi mesi del prossimo anno, essendo imminenti le
elezioni
europee. Si è cioè nascosto il fatto che a breve i
signori di Bruxelles non potranno più prendere decisioni rilevanti.
Tuttavia non c'è nessun vulnus nella percezione della pubblica opinione perchè la moderna cultura politica è alquanto tollerante.
A far arrivare il governo a questo ammorbidimento ha
contribuito l’asta dei BTP Italia che ha realizzato meno delle
aspettative. Su questo le mezz’imbuste dei vari TG si sono prodigate ad
allarmare i risparmiatori affabulando statistiche pessimistiche.
Il Giornale di Vicenza
dal canto suo si è affrettato a dichiarare, con un paio di fondi a ciò
dedicati, che gli imprenditori sono contro l’attuale governo e che, in pratica,
è colpa dell’assistenzialismo per il sud rappresentato dal reddito di
cittadinanza. Insomma puro chiacchiericcio da cortile.
La vera sorpresa comunque è stata la capacità del governo alla
terza settimana, dopo il vertice sulla Libia, di virare e stare a gioco.
Io non la
vedo come un mero fatto tattico/comunicativo perché ingaggiando la “trattativa”
con Bruxelles sono stati tranquillizzati i mercati ed è finita la pantomima
sullo spread. (Ovvero, come Augias preferisce che si dica, il differenziale finanziario
italo/germanico.) Sta di fatto che il tiramolla sui numeri della manovra si è
quindi protratto per un altro paio di settimane sottraendo tempo al vero dibattito
parlamentare. La cosiddetta trattativa ha così fornito un alibi alle forze di
maggioranza per tagliare fuori i parlamentari, comprimere i tempi e
condizionare l’iter senza ricorrere alle tradizionali overdosi di
voti di fiducia. Mah...
La mia opinione è che l’esito della conferenza sula Libia
abbia in realtà fornito qualche nuovo spiraglio (energetico) per la crescita. Macron
potrebbe essersi visto ridimensionare le aspettative di disponibilità petrolifera
e aver tentato qualche bluff sul nucleare, ma la cosa gli si sarebbe ritorta
contro visto che subito dopo è partita la vicenda "giacchette gialle" che ha visto
violenti moti popolari.
In ogni caso va colto che in questo frangente a
lui (Macron) sono stati concessi nuovi margini di indebitamento altrimenti
improponibili. Una contropartita per adeguarsi al nuovo scenario libico? Può darsi. Ma nel frattempo finisce l'epoca del Quantitative Easing e il futuro scenario di politica monetaria sarà affrontato dopo le elezioni europee.
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Il bacio di Biancaneve sa di mela e cannella...