domenica 17 agosto 2025

Maui, on fire from the space

Maui. Dal podcast di Claudio Fracassi “MAUI:intrigo internazionale”. Maui è la seconda isola più grande delle Hawaii, nel cuore del Pacifico, con circa 170.000 abitanti. Ma tra l’8 e il 16 agosto 2023 tutto è cambiato. Un’ondata di incendi ha devastato l’isola: 6.880 acri di terra bruciati, 102 vittime umane, circa 3.000 animali morti e danni per oltre 5 miliardi di euro. La storica città di Lahaina, che contava 12.000 abitanti, è stata cancellata dalla mappa. Nessuno è rimasto. È diventato il peggior disastro naturale della storia di Maui. Gli incendi sono arrivati dal nulla. Nessun allarme, nessuna sirena. Bambini rimasti intrappolati in casa mentre i genitori erano fuori. Dall’alto, la scena è ancora più inquietante: alcune case ridotte in cenere, altre intatte. Perché queste sì e quelle no? Da qui iniziano le domande. E compaiono nomi e connessioni che collegano le Hawaii a Israele, al governo USA e ai giganti della finanza. Uno su tutti: Larry Fink, CEO di BlackRock, il fondo d’investimento più potente al mondo. Fink è sia cittadino americano che israeliano, legato a doppio filo all’ex direttore della CIA John Brennan e a diversi capi del Mossad, i servizi segreti israeliani. BlackRock, insieme a Vanguard e State Street, forma una sorta di “santa trinità” della finanza globale: tre colossi che possiedono pezzi l’uno dell’altro e controllano ricchezze incalcolabili. E le Hawaii? Non sono solo spiagge da cartolina. Sono un punto strategico: a metà strada tra Giappone e Stati Uniti, con legami storici fortissimi. Già nell’Ottocento arrivarono commercianti ebrei, e oggi l’arcipelago ospita una comunità ebraica piccola nei numeri (circa 10.000 persone) ma molto influente: quasi tutti membri di AIPAC, la potente lobby pro-Israele che influenza pesantemente la politica americana. Non a caso l’attuale governatore Josh Green e il senatore Brian Schatz? Entrambi ebrei, entrambi membri AIPAC. Negli anni ’70 nasce la BIRD Foundation (Binational Industrial Research and Development), un progetto congiunto USA-Israele per sviluppare tecnologie. All’inizio pubblica, poi privata, ha legato strettamente le Hawaii a Israele, soprattutto nei settori satellitari e della sicurezza. I direttori? Persone con contatti diretti con il Mossad e l’esercito israeliano. Saltiamo al 2020: sotto l’amministrazione Biden, Israele e Stati Uniti firmano un accordo per costruire smart cities. Dove? In Giordania e… nelle Hawaii. Intanto entra in scena il colosso giapponese Hitachi, guidato da un CEO amico di Larry Fink, ossessionato dalle città intelligenti. I principali investitori di Hitachi? Sempre loro: BlackRock, Vanguard e State Street. E qui nasce l’ipotesi: gli incendi di Maui non sarebbero stati casuali, ma selettivi. Forse provocati da tecnologie satellitari. Risultato: terra bruciata, comunità sfollate, terreni liberati. E chi ci guadagna? Lo Stato delle Hawaii e la società immobiliare Alexander & Baldwin, di cui i maggiori azionisti sono ancora una volta BlackRock e soci. E adesso? Il governatore ha già annunciato il piano: trasformare Maui in una smart city. Intelligenza artificiale per gestire traffico, trasporti pubblici, veicoli elettrici autonomi, case automatizzate e soprattutto la creazione di una smart grid: una rete elettrica controllata digitalmente, capace di monitorare e gestire tutto, dalle abitazioni alle campagne. In pratica, il cuore di ogni smart city. Maui, geograficamente perfetta tra Giappone e Stati Uniti, diventa così un laboratorio globale. Un campo di prova per BlackRock, per Israele, per la CIA e per le multinazionali hi-tech. Gli incendi non sono stati solo una tragedia. Sono stati un reset. E il futuro di Maui si sta ridisegnando, non per volontà dei suoi abitanti, ma sotto la regia di interessi globali potentissimi. --------------------------------- Maui’s 2023 fires killed 102, erased Lahaina, and cleared land. Critics allege satellite-driven destruction enabling smart city plans tied to BlackRock, Israel, CIA.

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