sabato 18 ottobre 2025

Esplosione di Castel D'Azzano

IL FATTO. A Castel D’Azzano, in provincia di Verona i tre fratelli Ramponi, proprietari di una storica azienda agricola, rifiutano l’ingiunzione di sfratto dalla propria casa. Nella notte tra il 12 e il 13 Ottobre arrivano carabinieri specialsti in una operazione speciale disposta dal Procuratore della Repubblica. Avviene una grande esplosione dovuta alla saturazione di gas degli ambienti interni e ad un deposito nel sottotetto di bottilgie molotov. Muoiono tre carabinieri e altri vengono feriti. Funerali di Stato con Mattarella. I tre avevano in precedenti occasioni già dichiarato che l’avrebbero fatto. E le forze dell’ordine erano consapevoli del rischio perché esistono filmati di precedenti ispezioni di droni e c’era stata una apposita riunione in prefettura. Quindi il fatto, gravissimo e ingiustificabile, era volontario e premeditato. La causa non dichiarata della scelta dura potrebbe essere che la banca verso cui i Ramponi erano inadempienti voleva beneficiare dello stato di pignoramento dell’immobile entro il 15 ottobre. E’ possibile che nella riunione dell’11 ottobre in prefettura, con polizia e pompieri, sottovalutando l’attendibilità delle minacce dei Ramponi, si sia optato per un controllo preventivo che accertasse la possibilità che l’immobile fosse o meno a rischio di distruzione, fatto che avrebbe reso inutile lo sfratto e lasciato a mani vuole la banca creditrice. Il piano prefettizio ipotizzabile in questo caso sarebbe quello di accertare il minamento dell’immobile per decidere il tipo di intervento della squadra speciale al momento del decreto esecutivo di sfratto. Lo spiegamento di forze alle tre di notte, orario che solitamente serve ai carabineri per generare un effetto sorpresa, potrebbe indicare che i carabinieri non avrebbero in realtà sottovalutato il rischio. Ma essendo stato saturato l’ambiente di gas tramite l’apertura manuale delle valvole delle bombole deve esserci stato un tempo di preavviso e preavvertimento. Ciò proverebbe che quella dei carabinieri non era una irruzione ma una ispezione. L’esistenza di foto aeree che provano il posizionamento delle molotov lascia presumere un livello di organizzazone tecnologica della ispezione stessa, livello che viene contraddetto dal mancato uso di robot e/o mancato impiego del reparto artificieri. In ogni caso occorre prendere atto che le bombole erano state aperte ben prima che le forze dell’ordine cercassero di abbattere la porta di ingresso. L’ipotesi di una sottovalutazione può essere conseguente, in termini generali, ad una scarsa conoscenza del valore della casa nella cultura veneta e, nel caso specifico una palese sottovalutazione del grado di determinazione psicologica dei proprietari dell’immobile. Potrebbero infine aver giocato un ruolo anche pressioni della banca. - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - ---- "inter arma silent leges" (Cicerone. De Republica, Libro III)

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