Bruno Tinti è
certamente una persona seria e politically correct. Lo dimostrano la sua
biografa, almeno quella che appare sul web, e i suoi articoli. Intendo dire che
non penso sia in malafede quando scrive commenti che stanno tra l’ingenuo e il
negativo.
Giovedì 27
novembre u.s. è uscito sul Fatto Quotidiano a pagina 18 un suo commento in tema
di complottismo in un articolo che presenta entrambe tali caratteristiche.
L’estensore attacca l’ultimo libro uscito con CHIARELETTERE, ovvero MASSONI
società a responsabilità illimitata, di Gioele Magaldi e Laura Maragnani. Egli
attacca sul punto debole ovviamentee cioè il fatto che i due autori evocano documenti
segretissimi che però non sono producibili e pertanto vanno creduti sulla
parola.
Ora fin qui
posso essere d’accordo anch’io, ma il prosieguo della lettura mi allontana
sempre più dalle sue posizioni. Egli infatti tratta con superficialità una
serie di temi degni di ben altra considerazione.
Egli parte
dalle scie chimiche, che sono l’argomento polemico preferito dagli anti
complottisti, per arrivare alle “multinazzzionali” intese come perenne approdo
infondato dei ragionamenti complottistici. Egli si riferisce a conversazioni
tra suoi amici e parenti, ma stende di fatto un articolo che si riferisce ad
atteggiamenti largamente diffusi. Egli si dichiara disturbato più che altro
dall’atteggiamento di chi sostiene gli argomenti complottisti con “arrogante
certezza disinformata”. E ciò lo disturberebbe molto più che dover ammettere
che inquinamenti e colpi di stato vadano imputati a “grandi società di
estrazione”.
Egli
definisce il complottismo una “mania” molto antica e fa riferimento al
terrorismo della RAF e delle Br. In quegli anni, scrive Tinti, i complottologi
sostenevano l’esistenza di un grande vecchio senza spiegare in favore di chi e
per ottenere che cosa costui operasse. Inoltre, sostiene, i complottologi non
spiegavano come facessero a sapere della sua esistenza. Tinti evidentemente si
è dimenticato chi era la fonte della tesi del grande vecchio, ovvero Bettino
Craxi presidente del Consiglio in carica. Personaggio costui che risulta
difficile far passare per arrogante conversatore disinformato.
Egli poi fa
riferimento a sue inchieste di magistrato. Tanto di cappello per la Telekom
Serbia dove le accuse di cospirazione si rivelarono infondate e i protagonisti,
del calibro di Prodi per capirci, vennero prosciolti, ma al lettore resta
l’impressione che la fonte Igor Marini fosse, quella sì, un falso complottista
che prese in giro gli inquirenti.
E forse sono proprio esperienze un po’
umilianti come quella a consolidare nell’animo di chi le ha subite una profonda
antipatia verso il complottismo…
Il
magistrato italiano Paolo Ferraro. Nel caso di questo magistrato Bruno Tinti
sembra piuttosto perentorio: “lo hanno sospeso dalla magistratura per infermità
mentale “. Mi pare voglia dire che non è credibile ciò che dice. Mi vengono in
mente due casi. Uno riguarda il mio amico Rolando che era ritardato mentale,
non sapeva leggere e passò una parte significativa della vita in un istituto,
ma quando volevo sapere che film facessero nei vari cinematografi della ma
città chiedevo a lui e non sbagliava mai. L’altro è che Solgenitzin secondo la
medicina ufficiale sovietica, che non era per niente arretrata, era infermo di
mente, ma nessun giornale occidentale ci ha mai creduto e, anzi, ha sempre
creduto nelle sue descrizioni dei gulag.
Ovviamente
ognuno è libero di pensarla come crede, ma penso comunque che sia utile
sentirlo, questo Paolo Ferrero, solo per farsi un’idea…
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