Il mainstream preferisce ricordare la data odierna come “il
giorno dopo la morte di Falcone” invece che il giorno in cui “il Piave
mormorava”. Forse perché quel refrain che dice:” calmo e placido al passaggio
dei primi fanti il 24 Maggio” è una balla che ereditiamo dalla retorica
fascista. Quella data è civicamente evocativa in quanto si riferisce all’anno
1915, ma in quel giorno nessun fante passò mai il Piave per difender la frontiera.
Cosa che avvenne invece tre anni dopo, sopra una montagna di inutili ed innocenti
cadaveri.
Per quanto attiene a Falcone l’enfasi invece è condivisibile.
E lo è perché la situazione attuale è in pesante allarme di mafiosità. Ma lo
Stato, quello nato dalla Resistenza e poi corrotto dai poteri occulti del Piano
Marshall, oggi galleggia sopra uno stagno incivile, culturalmente avvilito dal
ventennio di opportunismo berlusconiano. Ebbene questo Stato non è credibile
quando lancia l’allarme perché ha ormai trent’anni di ritardo. Nel 1993 ha
trattato clandestinamente con i nemici interni di Totò Riina per ottenere la
pace militare in cambio della continuità mafiosa. Una mafia che non spara perché
cura gli investimenti finanziari. Una mafia che vorrebbe se stessa come entità
dimenticata ma protetta clandestinamente. Ed è ciò che apparati dello Stato
hanno fatto in questi trent’anni.
Una persona che sa bene queste cose, anche per tristi
vicende familiari, è proprio l’attuale Presidente della Repubblica Sergio
Mattarella, il fratello di Piersanti, ucciso dalla commistione tra criminalità
e poteri occulti.
Ebbene il Presidente Sergio, uomo intelligente ed informato,
di cultura tollerante e per niente invasiva a differenza di qualche suo
predecessore, è stato molto cauto in queste giornate pre-elettorali. Ha evitato
che l’immagine retorica di un esercito che marcia per “raggiunger la frontiera”
venisse sfruttata in chiave sovranista dalle forze che oggi hanno in mano il
Ministero degli interni. Ed ha fatto bene.
Spero che sappia usare il proprio talento di sottile
equilibrio per una rigenerazione di questo Stato; non quello della falsa
retorica, ma quello della vera civiltà politica.
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Corruptissima re publica plurimae leges
Alessandro Manzoni - Promessi sposi
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