Il mainstream nostrano sta trascurando l’escalation
mediorientale. In particolare le dichiarazioni di Trump che ha manifestato
l’intenzione di mandare sistemi e armi segrete con 1500 militari nell’area per contenere il pericolo
iraniano. ll senatore indipendente Barney Sanders è stato subito chiaro circa la possibilità che questa
scelta possa, consapevolmente o meno, causate una guerra. Merkel e Macron in altro contesto, hanno
manifestato in questi giorni segnali di apertura verso la Russia e anche qui poca enfasi sui
nostri media.
Ovviamente non credo ad una ingenua sottovalutazione; penso
piuttosto ad un prudenziale, quanto imbarazzato, silenzio attendista da parte
del governo. Sui rapporti con l’Iran siamo in sintonia con la UE la quale tiene
ai buoni rapporti e ad un rilancio delle opportunità commerciali con l’Iran. Questo spiega anche lo sciopero dei camalli
che hanno boicottato l’approdo della nave che trasporta esplosivi verso
l’Arabia saudita. L’iniziativa è nobile e riflette l’orientamento dell’ONU, ma
al tempo stesso è contraddittoria col fatto che finora quelle armi le avevamo
prodotte e vendute proprio ai sauditi senza tanti scrupoli.
C’è aria di svolta, ma in questo momento l’Europa si trova a
gestire una contraddizione: non siamo usciti dall’accordo sul nucleare che pone
fine alle sanzioni ma siamo dentro una NATO che è ancora dipendente dall’alleato
americano il quale invece da quell’accordo è uscito unilateralmente. E
purtroppo la stessa contraddizione vale anche per il conflitto turco-kurdo nel
nord Siria.
Ma fortunatamente la speranza è sempre l'ultima a morire...
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