La crescita della Russia non finirà con la Siria.
E’ la convinzione espressa dall’articolo di fondo del NYT di
Mercoledì 13 Novembre u.s. a firma Dmitri Trenin.
Io apprezzo questo articolo per la sua chiarezza nel
descrivere la Russia reale senza le perenni incrostazioni di obsolescente
anticomunismo che caratterizzano invece la stampa italiana.
Lo riassumo traducendo.
Per molti in occidente il ritorno russo sul palcoscenico
mondiale degli ultimi anni è stata una sorpresa. Dopo la
caduta dell’Unione Sovietica la vedevano come una semplice stazione di servizio
mascherata da stato. Ma oggi la Russia è invece in forma nonostante
le sanzioni per l'Ucraina. Ha chiaramente vinto sul piano militare in Siria,
incrementando il prestigio in Medio Oriente e mostrandosi ancora una grande
potenza. Forse non è una superpotenza ma è chiaramente un giocatore decisivo
con la possibilità di estendersi in varie regioni del mondo nei prossimi anni.
I suoi leaders hanno visto il declino post sovietico come un
fatto temporaneo in via di superamento ed hanno avuto ragione. Negli anni 2000
hanno capito che non c’era la possibilità di diventare una estensione della
comunità euro atlantica e con l’intervento militare in Ucraina nel 2014 hanno
reso definitiva la rottura del clima post guerra fredda. E oggi le vicende di
Crimea e Donbass non lasciano presagire più alcuna possibilità di sviluppo
espansivo della NATO.
Oggi Mosca oltre al buon rapporto con l’Iran beneficia di
una semi alleanza flessibile con la Turchia, vanta accordi con l’Arabia sul
prezzo del petrolio, ha rivitalizzato i legami militari con l’Egitto mettendosi
in gioco anche sulle ricadute dello scenario libico ed è vista con interesse da
molti libanesi. E tutto questo mantenendo una relazione intima con Israele.
Oltre a ciò oggi la Russia persegue un ruolo di influenza
nei rapporti tra Kabul e i Talebani, tra Pakistan e India nonché tra Cina e
Stati Uniti. E il mese scorso a Sochi 43 stati africani hanno mostrato di
vedere in Mosca un partner di sicurezza. Grazie all’aiuto russo in Venezuela
Maduro è ancora saldo nonostante il suo potere sia stato dichiarato illegale da
almeno 50 nazioni più di un anno fa.
Cuba, che resta ancora sotto la pressione di Trump, sta
rafforzando i propri legami con la Russia come dimostra la recente visita a
l’Avana di Medvedev. Ora si protende verso il Brasile, ‘Argentina e il Messico.
E’ quindi chiaro che se la Unione Sovietica andava in giro
per il mondo a spendere ingenti risorse per una causa ideologica perduta, ebbene
la Federazione Russa ha imparato la lezione.
Ciò nonostante però la Russia oggi non è un modello per
nessuno e qui sta il punto.
Il suo sproporzionato potere in politica estera non è
commisurato alla sua forza economica. La sua antica prodezza tecnologica è
severamente ammaccata. La sua élite dominante è troppo impegnata a far sodi per
guardare agli interessi nazionali. Infine la scelta di armare internet per
influenzare le politiche interne degli altri paesi gli ha procurato le accuse
di Germania e Francia per interferenze elettorali.
Sia quel che sia comunque la Russia è tornata. E in questo mondo
dominato dalla crescente rivalità tra Cina e Stati Uniti un attore indipendente
come la Russia può giocare un ruolo molto importante se non decisivo.
Io non condivido tutto, per esempio il giudizio su Maduro,
ma considero questo articolo una lezione di giornalismo indipendente e
intellettualmente onesto. Si tratta infatti di considerazioni mancate qui da
noi nel battage di questi giorni sul trentennale della caduta del muro.
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