La DIGA SULL’OCEANO di Osvaldo Guerrieri, scrittore e
giornalista de La Stampa, è in libro uscito nel 2019 dalle edizioni Neri Pozza.
Ripercorre la vicenda di Herman Sörge, un eclettico architetto vissuto in
Germania nella prima metà del secolo scorso. Durante il periodo delle
Repubblica di Weimar costui lanciò il progetto di costruzione di un sistema di
dighe capace di isolare e lasciar prosciugare il mar Mediterraneo collegando
via terra l’Europa con l’Africa. L’idea riprendeva le informazioni
scientifiche, confermate all’epoca dai carotaggi, secondo le quali alla fine
della seconda era glaciale vi fu nel nostro pianeta un prosciugamento naturale
dell’area mediterranea.
Il beneficio derivante da tale opera sarebbe stato soprattutto
energetico perché le due dighe poste una a Gibilterra e l’altra ai Dardanelli sarebbero
state dotate di un gigantesco sistema di turbine per la produzione di energia
elettrica. Si sarebbero create inoltre vaste aree di territorio che avrebbe
potuto nel tempo essere destinato a coltura agricola. Il tutto in un secolo, un
secolo e mezzo. Sarebbe così nato un super-continente primeggiante sul pianeta.
Un’opera destinata a lasciare un segno indelebile nel destino dell’umanità.
All’inizio l’idea sedusse ed incuriosì vari ambienti sia
scientifici che politici dell’epoca, ma l’avvento del nazismo la boicottò e la
fece cadere. Tra gli interessati della prima ora vi era stato ad esempio Erich
Mendelssohn, architetto esponente del movimento sionista mondiale e amico di
Einstein. Costui sostenne le iniziative di diffusione dell’idea e contribuì ad
arricchire il progetto. Ma il progetto
violava la Convenzione di Motreaux firmata dalla Germania nel 1936 sulla
libertà di passaggio Bosforo/Dardaneli. Pertanto alla fine degli anni trenta
Hitler commissionò un cortometraggio propagandistico contro Atlantropa che ebbe
molta influenza negativa presso l’opinione pubblica tedesca.
Nel dopoguerra, secondo il racconto di GUERRIERI, gli
americani corteggiarono per un po’ Sörge nel tentativo di lanciare il progetto
all’ONU (in fase di costituzione) per il suo carattere unificante tra le
nazioni, ma poi l’avvento dell’energia nucleare lo rese inutile.
In realtà si trattava di un’opera di difficile realizzo. Avrebbe
richiesto di riversare in mare almeno due chilometri cubi di rocce e pietre
ricavate dai monti andalusi e la costruzione di uno zoccolo largo 2.5 km
solcato da autostrade e acquedotti tra la costa di Gibilterra e il Marocco. Il
progetto prevedeva sulla diga anche la presenza di una aeroporto, un parco
nazionale, turbine e cascate molto più grandi di quelle di Niagara. Inoltre il
terreno riemerso non sarebbe stato utile per l’agricoltura a causa della
elevata salinità, come dimostra oggi il prosciugamento di una parte del lago
d’Aral, considerato uno dei più grandi disastri ecologici degli ultimi 50 anni.
Nel dicembre del 1952 Sörge morì a causa di un incidente a
Monaco. Un’auto si scontrò con lui mentre andava in bicicletta. Non mancano
ancor oggi le ipotesi di omicidio mascherato. La sua eliminazione infatti ha
tolto di mezzo un argomento potentemente suggestivo in favore dell’energia
idroelettrica osteggiata dai poteri petroliferi.
Nel 1960 è stato chiuso l’Istituto Atlantropa spegnendo così
una grande suggestione scientifica e culturale del Novecento. Rimane un
Archivio presso il Deutches Museum di Monaco.
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