27 febbraio, ore 22: Trattative
In meno di quattro giorni e senza
neanche utilizzare tutto il dispositivo stanziato Putin ha raggiunto l’obiettivo
di riaprire il negoziato sulla stabilizzazione del Donbass e sulla non entrata
ucraina nella NATO.
I telegiornali preparano la
mediazione. Parte quindi il nuovo tormentone: Zelensaky e il suo esercito sono
stati bravi, anzi eroici dice il mainstream, ma Putin ha il più grosso
potenziale nucleare del mondo e bisogna rassegnarsi. Bisogna evitare che cresca
troppo e si vedrà più avanti.
Putin quindi sta vincendo su
tutta la linea rivelandosi per quel leader di alto livello storico che è. La
superiorità tattico-strategica delle forze militari russe era già stata vista
in Siria e ora, districandoci tra le nebbie fetenti della informazione
occidentale, la rivediamo. Sarà divertente vedere le manovre comunicative, le
balzane e le montagne di balle che i media occidentali tireranno fuori per
evitare di celebrarlo.
Per il momento i più spiazzati
sono gli USA mentre la Ue tenta il recupero blaterando un ruolo centrale di Ursula e preparando l’opinione pubblica all’idea che sarà Lukashenko a
dirigere i giochi.
Boris Johnson si tira fuori
sperando in un fallimento delle prime trattative e stringendosi addosso a Joe
Biden in vigile attesa.
Vedremo gli sviluppi a breve e le
ricadute del nuovo accordo sull’economia italiana, Energia, tecnologie e
sistemi di pagamento Saranno i tavoli del secondo round dopo che Pope Francis
avrà dato, o meno, il via libera.
A seconda dell’andamento di
questo negoziato i costi saranno pesanti ma in ogni caso pagati soprattutto dal
Veneto, dalla Lombardia, il Piemonte e l’Emilia Romagna che avranno meno
mercati di sbocco, più immigrazione da gestire, meno energia e meno turismo.
Ma se i cittadini faranno i bravi
ci sarà da celebrare la vittoria sul virus grazie ai vaccinati.