A Vicenza la manifestazione ufficiale per commemorare il 25 Aprile come festa della Liberazione è stata molto partecipata. Ciò è dovuto anche al fatto che gli animi locali erano un po' scaldati per le successive elezioni del sindaco. Ma la destra regionale le ha strumentalizzate cercando di distogliere il significato dal carattere antifascista della Costituzione. Il Giornale di Vicenza, tanto per non cambiare, ha dato una mano.
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Il
commento di Marino Smiderle sul GDvi è significativo e fa il punto,
seppur nascosto tra la propaganda, della
fase. Egli, in un articolo/sveltina che fa da editoriale, scrive che è
“meglio divisi e liberi che uniti e oppressi”. E attacca subito: siamo liberi
di andare in piazza a dissentire grazie alla Resistenza che, grazie agli
americani, ci ha liberati dalla dittatura fascista. Ebbene queste parole non mi
sono piaciute.
Mio
padre mi ha sempre raccontato che gli americani qui a Valdagno sono arrivati
dopo molti giorni e molti morti. Qui a Valdagno infatti gli scontri più pesanti
si sono avuti nella settimana dopo il 27 Aprile e a sparare contro i tedeschi
erano solo i nostri partigiani con le armi che provenivano dall’aver disarmato
la stazione della X MAS nella settimana precedente. Quegli scontri hanno lasciato
19 morti tra partigiani e civili. E i soldati della wermacht che sono stati
arrestati e tenuti per giorni sotto le filature cardate dagli operai armati
della Marzotto erano serviti anche come ostaggi per salvare gli impianti dal
minamento tedesco. Gli impianti dello stabilimento Marzotto di Pisa erano
infatti stati fatti saltare per aria. Questi nostri impianti sono poi stati
riconsegnati integri e funzionanti in settembre del ’45 a Gaetano Marzotto. Costui
con i suoi figli era scappato da Valdagno per più di un anno. Un anno e passa
durante il quale le brigate nere hanno fatto strazio indicibile nelle nostre
contrade. Ebbene a fucilare i capi fascisti (Tomasi e Andrighetto ecc. membri
delle Brigate Nere) allo stadio il 30 Aprile 1945 mettendo poi fine alle
ostilità, non furono gli americani ma i partigiani della vallata. A Schio,
Torre Belvicino ecc. negli stessi giorni, dove i caduti sono stati 42, il
comandante tedesco colonnello Schramm firma con il comandante della Garemi
Nello Boscagli “Alberto” il ritiro dei tedeschi dalla città e il libero
transito tra Schio e Piovene. Con quell’accordo i tedeschi si impegnavano a non
fare uso delle armi e non saccheggiare. Quel sangue, con gli americani di
Smiderle ancora lontani, ci diede una vittoria tutta nostra.
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