Oggi il giornalvicentino Federico Guiglia ci diletta sul superbonus. Lo definisce “Un pasticcio economico-politico che impone di non aggiungere errori a errori, affrontando con responsabilità l’innegabile problema…” E in effetti Giorgetti (ministro dell’economia) ci mette la sua definendola una misura che pur essendo pagata da tutti gli italiani “… ha interessato meno del 3% del patrimonio immobiliare …” Anche Renzi, peraltro, non è da meno. La verità è che oggi i bonus non sono più una opportunità ma un’esca.
Il cosiddetto centodieci
percento è quindi finito. La misura era stata introdotta
dal governo Conte nell’ottica di innescare un rilancio edilizio. La
caratteristica innovativa principale stava nella misura del rimborso fiscale
inizialmente fossato al 110% dell’intera spesa. L’annuncio infatti ebbe un
effetto galvanizzante, gli amministratori di condominio, l’ANCE (imprese edili)
e le banche si sono attivate sul fronte delle ristrutturazioni energetiche.
Esse proponevano soprattutto: cappotto, caldaia e infissi mentre il mainstream
parlava di miglioramento energetico, pannelli solari, fotovoltaico ecc. La
Meloni in campagna elettorale aveva difeso il provvedimento blaterando
autonomia dall’Europa. Ma la campagna elettorale stessa si svolgeva un mese
dopo che Draghi aveva dichiarato a Bruxelles che tale misura fiscale era
sbagliata in quanto debitoria per lo stato nel medio lungo periodo perché
causava aumenti speculativi nei prezzi dei materiali.
Quindi nel primo anno si sono tenute
le assemblee di condominio (in condominio vive il 75% degli italiani) dove i
condomini venivano invitati ad approvare progetti costosi che altrimenti non si
sarebbero mai fatti. I costi sarebbero stati coperti da finanziamenti derivanti
dalla cessione del credito e affrontabili anche da contribuenti incapienti perché
realizzabili attraverso sconto in fattura. Ora cessione e sconto sono state
annullate e si determina un trauma per gli iter in corso di definizione. I
cantieri vengono in realtà rimandati mentre l’inflazione corre.
Quello delle abitazioni in
condominio costituisce un problema rilevante in materia perché il parco
condominiale è stato costruito principalmente negli anni 60 e
70 in assenza di prescrizioni energetiche e perché essi sono abitati in misura
considerevole da persone incapienti, ovvero che hanno un reddito contenuto e
una IRPEF bassa tale da non cogliere l’importo previsto dal bonus fiscale. Ora chi ha avuto la fortuna di combinare le
date delle carte e iniziare il cantiere in tempo potrà ancora utilizzare i
bonus fiscali mentre gli altri rientreranno nel previgente regime di detrazioni
d’imposta e bonus edilizi vari. Determinando una nuova schiera di “esodati”
incapienti che però devono pagare le fatture piene. La vicenda era già
intuibile l’estate scorsa quando si parlava (INPS,POSTE,Banche ecc.) di
“cassetto fiscale”.
Occorre poi aggiungere fattori
psicologici come quello che gli anziani non sono particolarmente interessati a
spendere i risparmi per godere di detrazioni spalmate in dieci anni.
Preferiscono pensare ai nipoti o a qualche viaggio. Io sono uno di loro e gli
investimenti speculativi di lungo periodo non mi interessano.
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