domenica 23 marzo 2025
sceneggiata Ventotene
Giovedi sera un Roberto Benigni ancora empatico ma invecchiato e superficialmente informato ha tenuto un’ora e mezza di comizio televisivo. Il tema era il sogno della Europa Unita. Oggi il Giornale di Vicenza, che andava in stampa proprio nelle ore del comizio, pubblica un fondo di Fedderico Guiglia decicato al medesimo tema. L’articolo parte commentando il dibattito parlamentare condotto alla Camera dei Deputati il 18 Marzo definendolo uno scontro politico surreale. Si riferisce poi alla riunione del Consiglio Europeo prevista per oggi centrata a suo dire sul presente in Ucraina e sul futuro della difesa europea. Riprende quindi l’iniziativa della Meloni che, accusata di scarso europeismo dalle opposizioni, ha preso in mano criticamente il Manifesto cercando una polemica il cui rumore copra eventuali polemiche sul riarmo. Cita l’abolizione della proprietà privata prospettata dal manifesto stesso.
Ma gia il giorno dopo Il riarmo UE è denso di incognite, dice il fondo del Giornale di Vicenza di venerdì firmato da Antonio Troise. L’Europa, scrive costui, è vissuta per settant’anni sotto la protezione USA col risultato di essersi disinteressata della difesa. Ora finalmente viene dato via libera ad un progetto che impegna 800 miliardi di euro anche sfidando il potente alleato americano. E la risposta riarmista dal vertice di Bruxelles ne rappresenta un forte segnale. Una scatola però che al momento è ancora vuota in attesa di archiviare le politiche di austerity. Beh, insomma mai dire mai. Ora è lo stesso Giornale di Vicenza in prima pagina a sollecitare l’archiviazione di una politica che ai tempi della crisi greca nel nome di Draghi ci veniva presentata come una sorta di religione. Bisogna però sollecitare con forza l’intervento di capitali privati visto l’alto debito pubblico che ci vincola. Bisogna anche decidere sui “modi e sulla governance del progetto”.Sempre il GdiVi dà anche la stura agli articoli dei lettori tra i quali il segretario della SEZIONE Alto Vicentino del Movimento Federalista Europeo. La firma è di Davide Squazzardo il quale si dichiara segretario di tale sezione e continuatore dell’opera di Altiero Spinelli e pertanto indignato dalle parole di Giorgia Meloni. La Meloni alla Camera aveva attaccato il manifesto ventotenico citando un passo in cui si sarebbe invocata la creazione di un partito rivoluzionario di matrice socialista. Ma, spiega il nostro federalista, in realtà già nel 1943 “dopo la fuga da Ventotene i padri fondarono un movimento apartitico. Quel messaggio torna attuale oggi che ritornano a scalpitare i nazionalismi. E conclude con una solenne critica alla Meloni per non saper svolgere il ruolo decisivo di questa fase ovvero quello di “contribuire in modo sostanziale alla costruzione dell’unita politica federale dell’Europa”. La strada della Meloni ci porta ad un vicolo cieco. I pezzi da novanta sono poi scesi in prima linea. Federico Rampini, Valter Veltroni e Lilli Gruber spiccano sul Corriere della Sera, quest’ultima sul settimanale 7, per sostenere che il riarmo è un passo necessario e non è in contrasto con la pace.
Il colpo grosso lo fa comunque Prodi il sabato successivo. Egli partecipa ad una conferenza organizzata a Vicenza presso il Liceo Quadri dalle organizzazioni dei Medici per l’Africa, il CUAMM ecc. accompagnato da Stefano Fracasso. Il Giornale di Vicenza 23 marzo gli dedica un paginone dove dice che Meloni sbaglia su Ventotene ma sbaglia anche la SCHLEIN. Il servizio è firmato da Roberta Labruna la quale attribuisce alla Schlein il fatto di aver schierato il PD contro il riarmo in contraddizione con il voto, seppur spaccato, del gruppo parlamentare europeo mentre attribuisce a Prodi la dichiarazione secondo la quale di fronte alle dichiarazioni di Trump all’UE non resta che provvedere alla difesa da sè stessa. Inoltre il riarmo di ogni singolo paese è solo la premessa alla successiva creazione di un esercito europeo. Meloni ha utilizzato la questione Ventotene per sviare l’attenzione dalle divisioni interne alla maggioranza. Infine la dichiarazione di Prodi è che “Si è chiuso l’ombrello americano e bisogna aprire un altro ombrello che sarà efficace solo sotto un ombrello comune. Se avessimo avuto la difesa comune europea Putin non avrebbe mai attaccato l’Ucraina.” Alla fine della fiera una commossa delegazione si e recata a pregare davanti alla tomba di Altiro Spinelli.+++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++On Thursday, Roberto Benigni gave a passionate but superficial speech on European unity. Giornale di Vicenza published an editorial by Federico Guiglia, criticizing the March 18 parliamentary debate and discussing the European Council’s focus on Ukraine and EU defense. Meloni, accused of weak Europeanism, controversially attacked the Ventotene Manifesto to deflect from military rearmament discussions.
The next day, Antonio Troise highlighted the EU’s €800 billion defense plan, warning it remains an empty shell without financial reforms. Giornale di Vicenza urged private investment due to high public debt. Federalist Davide Squazzardo criticized Meloni’s nationalist stance.
Figures like Rampini, Veltroni, and Gruber defended rearmament, while Romano Prodi, at a Vicenza conference, criticized both Meloni and Schlein. He argued Europe must ensure its own defense, stating a united military could have deterred Putin. The event ended with a symbolic visit to Altiero Spinelli’s tomb.
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