Cento anni
fa in questi giorni di frenetica corsa alla guerra le pressioni diplomatiche
per contendersi l’alleanza dell’Italia erano forti.
Era già
stato firmato segretamente il patto di Londra che vincolava l’Italia a scendere
in campo contro l’Austria, ma gli italiani non lo sapevano e sulla stampa
nazionale giravano vignette come questa:
Imperi centrali da una parte e forze dell’Intesa dall’altra,
ma non tutte le manovre di quelle settimane son state messe in chiara luce, e
tra i vari attori c’era anche il Vaticano.
Eric
Frattini nel suo libro: “La Santa
Alianza. Cinco Siglos de Espionaje Vaticano” (2004) sostiene che la
Germania in particolare ci stava provando. Il kaiser Guglielmo aveva infatti
inviato a Roma Mathias Erzberger ad offrire le terre irredente a Benedetto XV,
il quale in cambio avrebbe dovuto convincere l’Italia a rimanere neutrale.
La proposta
prevedeva donazioni in denaro al tesoro papale e soprattutto l’impegno
germanico alla cessione al Vaticano del “Trentino
austriaco” permettendo in tal modo la creazione di una “enclave papale indipendente” con la
possibilità di sbocco sul mare adriatico per lo Stato Pontificio. La
possibilità di avere un porto marittimo per lo Stato del Vaticano era stato un
obiettivo che aveva caratterizzato la politica estera del papato di Pio X.
Il politico Erzberger
però era spiato dagli italiani e tutte le macchinazioni e riunioni segrete
legate a questo tentativo non ebbero successo. Il 23 Maggio l’Italia dichiarò
guerra all’AUSTRIA e alle quattro del mattino del 24 il Forte Verena lanciò il
primo colpo di cannone.
Finiva il
grottesco doppio gioco. Iniziava l’inutile strage.
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