Stimolato dalle recenti dichiarazioni di Pope Francis sulla
necessità di porre fine al mercato delle armi per evitare WW3, ho ripescato una
interessante ricerca giornalistica di quarant’anni fa (estate 1975) pubblicata
in un numero speciale della mitica rivista STORIA ILLUSTRATA.
I redattori dell’epoca, da Maurizio Chierici ad Arrigo
Petacco e tanti altri tutt’oggi noti, erano di qualità indiscussa e il loro
approccio autonomo e critico. Essi dedicarono il numero di Luglio ad uno
speciale sul tema del “mercato delle armi dal west all’Africa nera”. Io ricordo
che in quei mesi il fatto di politica estera che veniva più discusso era la
democratizzazione del Portogallo, la cosiddetta “Rivoluzione dei Garofani”. Con
essa infatti si apriva una speranza per le ex colonie portoghesi, in
particolare la Guinea Bissau.
Nelle sale cinematografiche circolava con relativo successo
il film di Sordi “ Finché c’è guerra c’è
speranza”, parodia di un mercante d’armi milanese. Il film dava atto dei
rapporti meschini con i movimenti di liberazione africani. Analogo sfondo per
il nastro d’argento di Antonioni “Professione Reporter” con Jack Nicholson.
Nel suo insieme lo speciale metteva in evidenza la
preoccupante evoluzione del mercato armigero dagli interessi dei privati a quelli
di intere nazioni.
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