Cento anni fa, durante WW1, il re dei mercanti d’armi era
Basil Zaharoff, un apolide di origine greca che con la sua occulta influenza
dominò l’Europa per quasi 60 anni, dal 1878 al 1936.
Nato in Anatolia da famiglia di piccoli commercianti
ortodossi, Basilio Michele Zaharoff (Zaccaria), poliglotta, inizia la sua
carriera nel 1873 quando, nonostante la scarsa importanza dell’episodio, la stampa
si occupò di lui dandolo per morto in una sparatoria che sarebbe avvenuta
durante un tentativo di fuga dal carcere londinese.
Ma egli non era affatto morto e giunse ad
Atene ove strinse amicizia con il futuro ministro degli esteri del governo
greco Skouludis. In breve divenne rappresentante per i Balcani della società d’armamenti
inglese Nordenfeldt.
Per tale società procurò contratti di fornitura armi ad Afghanistan
e Cile, allora in guerra con Bolivia e Perù. In queste esperienze Zaharoff
maturò la convinzione che poiché il commercio delle armi è illecito esso va
trattato con mezzi illeciti e passò rapidamente dalle forniture di fucili a
quelle di cannoni. Ma il salto grosso lo fece coi sottomarini.
Il 1885 fu l’anno in cui l’ingegner Nordenfeldt fece
conoscere alle grandi potenze dell’epoca, soprattutto Gran Bretagna e Germania,
il suo nuovo sommergibile. Ma Saharoff lo piazzò per primo in Grecia innescando
la successiva corsa al riarmo che lo arricchì e lo rese noto. Infatti già nel
1892, dopo che la Turchia aveva voluto due sommergibili, la Russia cinque ecc. i
cantieri Nordenfedt erano impegnati nella produzione di decine di sommergibili
bellici…
Altro passaggio decisivo della sua carriera fu il coinvolgimento
di Hiram Maxim, l’inventore della mitragliatrice, nella Maxim-Nordenfeldt Guns
Ammunition Company la quale, nonostante le successive spaccature, contribuì all’enorme
sviluppo della produzione di mitragliatrici in tutta Europa.
Qui Zaharoff, al momento della divisione della società,
decise di stare con Maxim per sfruttare meglio la sua fertile mente armigera e
saltò definitivamente nell’empireo armageddone. La sua posizione nel mercato
mondiale divenne primaria, il suo patrimonio personale si accrebbe di centinaia
di milioni di franchi fornendo armi a quasi tutte le guerre dell’epoca: Perù,
Cuba, Brasile, Colombia, L’Italia in Abissinia, la Spagna nelle Filppine, l’Inghilterra
in Sudan, l’insurrezione dei Boeri e la guerra greco/turca.
Ma non mancarono
ovviamente i Boxers in Cina, e la guerriglia antifrancese in Madagascar.
La sua ottica strategica lo portava a foraggiare di armi prima
le guerriglie per poi fornire il doppio ai governi per la repressione. Il suo
stile era quello di chi, anziché competere con i prezzi, triplicava i prezzi
investendo moltissimo nelle relazioni (leggi tangenti e corruzione). Maxim era
il consulente tecnico, lui la mente affaristica.
Ma veniamo al suo
ruolo in WW1.
Durante i cinquanta mesi della Prima Guerra Mondiale questo
personaggio ormai semi-mitico tra i guerrafondai contemporanei controllava col
metodo della partecipazione societaria indiretta quasi tutte le fabbriche d’armi
in Europa.
Per dare un esempio tragico e quasi incredibile del suo potere basti
sapere che egli fu contemporaneamente azionista (rappresentato in Consiglio di
Amministrazione) della austriaca Schneider e della francese Le Creusot, ebbe
grosse partecipazioni nella tedesca Loewe fon Gouttard e, attraverso una
società di comodo, fu membro della proprietà degli stabilimenti russi di Reval
e di Tzarizin …
Egli si impadronì di vari brevetti, in particolare tedeschi, tra
i quali detonatori di granate e il binocolo Zeiss-Zema.
A questo enorme livello di potere egli giunse grazie soprattutto
al lavorìo realizzato negli anni precedenti la guerra.
Tra il 1908 e il ’14 egli divenne commendatore nonché membro
della Legion d’Onore e alla vigilia dell’attentato di Sarajevo subentrò ad Alfred
Vickers nel Consiglio di Amministrazione della “Le Nickel” società francese di
cui faceva parte la famiglia Rothschild.
Con tale carica egli firmò una gran
botta di contratti per la fornitura d’armi, nonché l’acquisto del giornale
illustrato Excelsior, strumento di propaganda antitedesca. Il 31 Luglio 1914 il
governo francese gli conferì un’altissima decorazione per “servizi eccezionali”.
Poche ore dopo, a quarant’otto ore dallo scoppio della guerra,
Jean Jaures, socialista contro la guerra veniva assassinato in un caffè di Montmartre.
Alla fine del conflitto, dopo aver guadagnato circa venti milioni
di sterline, Clemenceau, Primo ministro francese, insignì Saharoff della Gran
Croce della Legione d’Onore mentre re Giorgio V d’Inghilterra fece altrettanto
con la Gran Croce dell’Impero Britannico. Infine divenne dottore honoris causa
della università di Oxford.
Questa biografia ci offre un quadro significativo di quale
sia la vera rete del potere sovra-nazionale e di come già cent’anni fa le
istituzioni nazionali ne fossero soggette. Ma non è l’unica; ne vedremo delle
belle nei prossimi posts.
Un apprezzamento a Giuseppe Mayda e il suo articolo su Storia
Illustrata di quarant’anni fa.
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This biography shows a meaningful
picture of the real multinational power network. Even a century ago, despite of
the national institutions, the real power was in the hands of weapons dealers.
Basil Zaharoff was one of them.
During WW1 he earned twenty milion pounds.
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