Sul Fatto Quotidiano del 9 Ottobre a pagina 10 appare un
articolo di Guido Gazzoli che attacca Horacio Verbitsky. Costui è uno scrittore
argentino noto soprattutto per aver denunciato i voli della morte, ovvero la
tecnica utilizzata dalla marina argentina negli anni del golpe al fine di
liberarsi dei prigionieri. Si tratta dei desaparecidos finiti in fondo
all’oceano.
L’articolo apre al revisionismo nei confronti della
narrazione consolidata sugli anni settanta nel cono sur. E contiene una
intervista a Ceferino Reato, giornalista del Clarin, autore, tra l’altro, di un
libro-intervista a Videla, capo dei militari golpisti.
Si sostiene nell’articolo che Verbitsky fu collaborazionista
dei militari golpisti del 1976 e si fa riferimento ad un libro (Doble Agente di
Gabriel Levinas) che ne ricostruisce la biografia attingendo a nuove fonti.
La dittatura colpì
spietatamente i Montoneros, estremisti armati peronisti, e il loro mondo venne
interamente smantellato dai militari. Apparirebbe quindi strano che il montonero
Verbitsky sia rimasto in piedi e in buoni rapporti con la Marina.
Da tempo, scrive Gazzoli, si assiste ad un processo di
revisione sugli anni settanta e si dimentica che già prima del golpe, tra il
’73 e il ’76, era in atto una lotta armata che aveva già prodotto oltre mille
morti. Si sono dimenticate le argomentazioni religiose di quegli scontri. I Montoneros
infatti erano di origine cattolica movimentista e Videla stesso riteneva,
provocando la morte di migliaia di argentini, di compiere una doverosa missione
divina. La Chiesa stessa non ha fatto autocritica su quei tempi e non si parla
più di tanto delle sue responsabilità politiche. Essa era presente e attiva
all’interno di entrambe le parti dello scontro. V’erano preti che consigliavano
(e assolvevano) i militari ed altri preti che consigliavano (e assolvevano) i
guerriglieri.
Viene ridimensionato anche il numero dei desaparecidos; la
versione nota li stima in 30.000 mentre Reato sostiene che essi siano 6.415.
Gli esiliati in Europa avrebbero gonfiato i numeri per creare consenso.
Mi interessa segnarmi l’articolo perché esso praticamente
introduce e sostiene un punto di vista assolutorio, o quantomeno
giustificatorio, dell’operato militare argentino negli anni settanta, quando
Bergoglio era capo dei Gesuiti a Buenos Aires. Ma questo elemento, il ruolo di
Bergoglio in quegli anni, non viene richiamato.
Anche Verbitsky stesso era stato oggetto di tutt’altro
trattamento in articoli FQ e costituiva un mito per i sostenitori della verità
e giustizia argentina…
Il suo lavoro di denuncia però era diventato un problema dopo
l’elezione di Bergoglio a papa. E sosteneva infatti in uno dei suoi libri che
Bergoglio era compromesso coi militari.
Constato quindi a malincuore che inizia una fase nuova nel
trattamento mediatico di Pope Francis.
2 - Nel mio piccolo e
meschino mondo globalizzato la weekly news che più mi stuzzica è che lo sceicco
Abdullah bin Mohammed bin Saud Al Thani, amministratore del Fondo Sovrano del
Qatar ha perso 12 miliardi di dollari in una settimana. Ciò è dovuto al fatto
che esso controlla il 17 % della Volkswagen. I cinesi poi hanno ridotto gli
acquisti di materie prime con la conseguente perdita per l’emiro di un altro
27% sui mercati finanziari.
Qualche anno fa il fondo hedge della famiglia reale qatarina
ha acquistato la Valentino Fashion Group ovvero l’attività degli stabilimenti
Marzotto del Maglio di Sopra, la cui occupazione non ha ancora ricominciato a
crescere.
Ma non è questo che mi stuzzica il buon umore, quanto
piuttosto il fatto che ora ci sia qualche miliardo in meno per finanziare la
campagna anti Assad.
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