Gli accordi di Parigi, stesi e sanciti nell’ambito della
Conferenza sul Clima, hanno dato il via ad una ulteriore tappa nel processo di
cooptazione della Cina. Ora la Cina può alzare il PIL portandolo un paio di
punti sopra il 7% (suppongo) assicurando così un ritmo di crescita globale tollerabile
per il resto del mondo. In termini di potenzialità essa potrebbe andare
tranquillamente sopra il 15%, ma questo distruggerebbe l’occidente e le sue
scorte petrolifere.
Su tutto ciò si possono fare però solo supposizioni perché
va di moda (come nel caso del TTIP) giocare la partita globale solo a carte
coperte.
Penso, e spero, che ci saranno prossime mosse in sede WTO capaci di dare maggiore trasparenza alla situazione, ma per l’intanto non lasciamoci
scappare i segnali in tralice.
Ma Renzuschino non vede bene i provvedimenti
che penalizzano il mercato dell’auto perché, dopo avergli regalato l’abolizione
dell’articolo 18, si aspetta da Marchionne un contenimento della
delocalizzazione anche nel 2016.
Con i nuovi ritmi di crescita auspicati in sede parigina i
prezzi del petrolio potrebbero riprendere la salita e non avendo investito
(tranne qualche finta) nelle alternative, tornerebbero comodi un po’ di
inceneritori di rifiuti, almeno uno ogni due regioni. L’incenerimento termovalorizzato
aumenterebbe l’autoproduzione di energia elettrica, ma porta un sacco di rogne
civiche. Il punto è che anche gli inceneritori emettono polveri sottili e
microparticelle, inquinando l’aria e soprattutto scaldandola.
Questi sono i primi segnali del dopo Parigi. Nel frattempo la
propaganda anti ISIS sta mostrando il rovescio della medaglia con un turismo
asfittico che preoccupa gli albergatori al punto da ricorrere ad una campagna
pubblicitaria che mostra la possibilità di utilizzare gli alberghi di lusso
come alberghi ad ore (secretEscapes ecc.).
E’ evidente che se si vuole un vero rilancio del PIL bisogna
finirla con le sanzioni anti Putin e chiudere davvero i conti con ISIS. Ma l’ambiguità
di chi ha creato questa guerra (Lobbies saudite, qataroemiratine e turche,
sotto la direzione politica di McCain e Erdogan) impedisce la vera
pacificazione militare per perseguire il vero obiettivo che è quello
insostenibile sui tavoli legali, della caduta di Assad.
Ubi opes, ibi amici.
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