Il miglior modo per raggiungere il Museo per la Memoria
della strage di Ustica in auto è la tangenziale di Bologna. L’uscita 7bis
infatti, che immette nella viabilità cittadina in via Stalingrado, permette di
raggiungere, dopo aver girato in via Liberazione, la via Ferrarese che porta
alla via di Saliceto. Qui, al civico 3/22, ha sede il museo presso un edificio
ristrutturato dell’ex deposito dell’azienda trasporti (v. nome corretto).
L’orario estivo non è molto agibile per gli esterni che
visitano Bologna al volo, l’accessibilità inizia infatti alla 17 e cessa alle 22.
Nell’edificio ci sono i resti ricostruiti (il RELITTO)
dell’aereo DC9 ITAVIA abbattuto sul cielo di Ustica la sera del 27 Giugno 1980
(volo IH870).
Una visita a questo monumento al diritto di verità voluto da
tanti e realizzato dalla giunta di Cofferati, permette anche un omaggio alle
vittime delle quali si sentono risuonare le voci durante la visita.
Perché ricordare la strage di Ustica
L’importanza di questo episodio costituisce un vero e
proprio “top di gamma” (per usare un moderno linguaggio di marketing) perché in
esso si riflettono due temi alti per coloro che non credono alla befana.
Il
primo è che si tratta di un episodio ante litteram della guerra asimmetrica, ovvero
WW3.
Il secondo riguarda il fatto che quella strage fu oggetto di una azione di depistaggio sistematico che
presuppone una organizzazione capace di monitorare l’azione dei magistrati e
precederli. Qui si vede quanto siano annichilite le magistrature nazionali dai
poteri occulti e i loro bracci militari.
Quel depistaggio - di cui parla nel suo libro il giudice Rosario
Priore - rivela un modello che oggi è perfettamente integrato nelle tecniche di
manipolazione di sistema. Strutture militari segrete e sovranazionali esercitano
per anni e anni una azione che va ben oltre al silenzio stampa, le balle
mediatiche ecc. ma uccidono decine e decine di testimoni mascherando tutto da
incidenti. E non uno di tali episodi viene mai chiarito. E non è un problema
solo italiano.
L’esempio più agghiacciante è quello di Ramstein. La manovra
che avvenne sul cielo di Ustica fu infatti vista e segnalata con immediato
lancio d’allarme generale in codice dai piloti Mario Naldini e Ivo Nutarelli,
morti a Ramstein. La magistratura tedesca aprì un’indagine i cui risultati non
vennero mai comunicati. Il modo in cui quei due testimoni vennero eliminati non è solo una brillante prova di efficienza, ma una vera e propria epifania simbolica del potere occulto militare moderno. Naldini e Nutarelli sono morti in diretta davanti agli occhi degli europei nel momento di massima celebrazione della gloria dell'Aviazione italiana. Un gran colpo di teatro per gli iniziati, una iperbolica manifestazione di potenza occulta.
Quello della verità umiliata non è solo un problema italiano, e non è problema da dimenticare.
Ustica col suo museo ce lo può ricordare.
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