Il Tg1 ha richiamato nei titoli la vicenda Seveso e ha dedicato un servizietto di interviste girate sul Bosco delle Querce. Le cerimonie sono state aperte da Maroni il quale, definendo l’incidente come un disastro dovuto ad “un guasto del reattore” ha auspicato un rilancio della manifattura lombarda.
Il Presidente Mattarella ha inviato una lettera alla commemorazione della Regione Lombardia.
From the Mattarella's message:
La nube tossica fuoriuscita dall'ICMESA costituisce tuttora uno dei più gravi incidenti industriali mai verificatisi su scala mondiale. Il disastro di Seveso, e l'inquinamento prodotto dalla diossina, fu un evento che colpì profondamente l'opinione pubblica e le istituzioni.
Non ho niente da obiettare, è tutto corretto. Ma il problema
è come mai se ne occupa il Presidente della Repubblica dopo quarant’anni, tra
un viaggio internazionale e l’altro, viaggi che sembrano evocare grane ben più
cogenti.
O si tratta di un transitorio (e certamente utile) richiamo
al tema per sostenere l’attenzione sulla questione bonifiche (attualissimo dopo
Parigi e pressante in vista delle chiusure di piattaforme da programmare
evitando aggravi sulle tasche pubbliche); oppure il dossier Seveso serve ancora
a ricordare qualcosa agli iniziati.
La coincidenza NATO potrebbe spiegare qualcosa, anche se
ancora non leggibile chiaramente.
2 – Dal modo col quale i Tg hanno dato oggi le notizie sul
vertice NATO Warsavo risulta già chiaro che c’è ben poco di buono in vista per
la pace. L’Italia oltre che aver prorogato fino al 2020 la permanenza in
Afghanistan, con un migliaio di specialisti, ha anche offerto la leadership.
Renzuschino fa il buono di qua e il cattivo di là. Fa il furbo con la Libia, ma
ora offre i nostri giovani alle repubbliche baltiche. Il berlusconismo non è
mai morto. Alla faccia dei Bersani.
Il Tg1 fa precedere i servizi sui migranti dalle parole
del Papa e fa precedere quelle di Di Maio (il quale parla,
pensa un po’, da Israele) alle notizie di guerra provenienti da Warsawa.
Nessuno parla della intervista di fuoco rilasciata subito da
Gorbaciòf: dalla guerra fredda stiamo passando alla calda. Auguri.
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