Alle 14:30 del 9 Luglio 1976, un venerdì, il dottor Paolo
Paoletti, direttore di produzione dell’ICMESA, uno stabilimento chimico di
circa 180 dipendenti sito a Meda, vicino a Milano, dispone il programma di
produzione con i collaboratori, tra i quali il suo vice, il responsabile del
reparto B che ospita l’impianto dedicato alla reazione di sintesi del
Triclorofenolo. Alle ore 16, secondo la relazione ufficiale della Roche, il
reattore è caricato con tutti i reagenti e alle ore 2:30 della notte il
diagramma delle temperature indica che la reazione è completata.
Alle 4:45 l’incaricato dà l’ordine di interrompere la
distillazione in corso non ancora completata. Il riscaldamento viene spento e
il contenuto del reattore lasciato in agitazione per altri 15 minuti. Alle ore
6 cessa il turno di notte, i lavoratori lasciano la fabbrica e rimangono solo
addetti a pulizie e manutenzione.
Ma alle ore 12:35 il disco di rottura della valvola di
sicurezza esplode in conseguenza di un eccesso pressorio causato da reazione
esotermica dentro il reattore.
Una miscela in aerosol inizia a diffondersi nell’aria sovrastante
il reparto e venendo spinta dal vento in direzione sud est. Il materiale
disperso nell’aerosol ricade sul terreno dei comuni di Seveso, Meda, Cesano
Maderno, e Desio.
Il caposquadra responsabile di stabilimento chiama il dottore
reperibile Clemente Barni. Costui arriva alle 13:10 e alle ore 13:45, dopo una
ispezione dell’area circostante la fabbrica, fa attivare il sistema di
raffreddamento. Alle 14:30 cessa l’emissione.
Alle ore 20:30 della sera, dopo aver cercato inutilmente di
contattare l’ufficiale sanitario dottor Giuseppe Ghetti, e dopo aver avvertito
alcune famiglie del vicinato di non mangiare frutta e verdura del proprio orto,
il dottor Barni telefona ai carabinieri e relaziona sull’incidente.
Il reparto, con il reattore contenente il materiale chimico
della reazione, venne chiuso il Lunedì mattina alla ore 5:30 dal dottor Barni.
***
Questa ricostruzione di parte aziendale, per quanto
attendibile sul piano cronologico, non quadra bene con quella di parte operaia
e soprattutto non affronta ciò che avvenne chimicamente all’interno del
reattore.
Il direttore tecnico, una figura prevista dalla normativa e diversa
dal direttore di produzione non era Paoletti, ma Herwig von Zwehl. Costui verrà
arrestato Giovedì 21 Luglio dopo che in settimana erano intercorsi incontri a Dűbendorf,
in Svizzera durante i quali l’ufficiale sanitario Ghetti e il capo dell’ufficio
provinciale di Igiene e Profilassi Cavallaro erano stati ufficialmente
informati che durante l’incidente era stata rilasciata Diossina tipo TCDD.
Durante la settimana già il Lunedi erano arrivate segnalazioni relative alla morìa di animali e dal Martedì segnalazioni di infiammazione alla pelle dei bambini.
A fine settimana sedici bambini risultavano ospedalizzati.
Nessun commento:
Posta un commento