Lo scandalo CONSIP si sta rivelando
più pericoloso per il cosiddetto Giglio Magico (entourage renziano) di quanto
non si pensasse all’inizio. E quindi, sotto la guida della Procura di Roma, i
duri iniziano a giocare. Cercano le fonti e molestano i giornalisti, a casa o in redazione.
A differenza di quanto accadeva nei tempi andati,
quando le forze golpiste facevano le stragi, oggi non basta depistare le
inchieste scomode, bisogna anche intimidire gli inquirenti e i giornalisti. Bei
tempi.
Dal 1993 la Mafia militare, coltivata e protetta dal
dopoguerra ad oggi attraverso i poteri occulti atlantisti, ha smesso di sparare
in cambio di un laissez faire finanziario di Stato. Il riciclaggio del “danaro
sporco” proveniente dalle ingenti attività illegali della Mafia in doppiopetto,
una volta veniva realizzato passando direttamente e quotidianamente senza tanti
disturbi attraverso le banche vaticane, ora non più. Anche il Vaticano si è
allineato con le regole antiriciclaggio. Ma ci ha messo una quindicina d’anni
di più delle altre banche europee, come mai? Perché ha aspettato che si completasse
la riconversione della rete mafiosa di riciclaggio. Oggi infatti, sotto la
direzione di Messina Denaro non si spara ma si corrompe per vincere gli appalti.
Dopo il ventennio berlusconiano grandi società sono imbevute di capitali ex
sporchi e investono nei grandi appalti. Il più appetitoso dei quali è quello
degli acquisti di Stato. Ma questo fatto non è tollerabile dai partner
stranieri perché falsa il mercato delle commesse, un mercato al quale vogliono
partecipare anche le imprese straniere. Ecco quindi che per offrire garanzie ai
partner stranieri sono state create delle strutture di controllo indipendenti.
C’è un controllo automatico delle intercettazioni affaristiche, ci sono nuclei
specializzati nelle indagini e c’è ANAC, Autorità Nazionale Anti Corruzione che
regolamenta e controlla la regolarità delle gare d’appalto. Ma attenzione: in
un sistema controllato come fa lo Stato a onorare l’impegno di laissez faire
preso segretamente con la Mafia nel 1993? Usa i servizi segreti e si fa aiutare
da fratellanze massoniche o paratali.
Ma non è tutto qui. C’è la politica. Bande e scorribande
ospitate clandestinamente dentro i partiti, i gruppi parlamentari ecc.
saccheggiano sistematicamente il mercato delle commesse per favorire le imprese
(e le cooperative) che finanziano (legalmente) le loro costosissime campagne elettorali.
E’ qui il punto debole del controllo indipendente. Infatti la
politica controlla le nomine dei grandi manager, dei generali ecc. per
assicurarsi le coperture e le protezioni. Questi fanno carriera e proteggono i
padrini politici. Ecco c’è questo in ballo nell’Inchiesta CONSIP. Meglio fermala
perché provocherebbe troppe ansie di sistema.
Tutto questo bisognerebbe infatti dimostrarlo perché fintantoché
lo scrivo io su un blog che viene letto da alcune decine di amici la cosa non
preoccupa nessuno, al limite mi si darà del complottista, ma se vince un’inchiesta
come quella CONSIP tutto ciò verrebbe dimostrato e ci troveremmo difronte ad una
nuova Mani Pulite. E stavolta che dipendiamo interamente dalla UE essa sarebbe
ancora più scomoda.
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