Con la sconfitta militare di ISIS le prospettive WW3 non
sono per niente accantonate. La comunità internazionale sembra non voler
prendere atto dei rischi arabi. E ciò soprattutto per l’atteggiamento
occidentale il cui mainstream continua ad ignorare la vittoria militare di
Assad. Costui è stato aggredito nell’ultimo quadriennio attaccando
sanguinosamente il suo popolo. Gli insorgenti, così come ISIS stessa, non erano oppositori interni ma esercitini privati super armati dall'esterno. Ora coloro che si sono impegnati per
l’annichilimento dei rischi globali connessi con tale attacco, ovvero la Russia,
l’Iran e la Turchia del dopogolpe 2016, anzichè essere ringraziati vengono marginalizzati.
In realtà Putin ha vinto su tutta la linea e sta
ricomponendo, a Sochi, l’assetto stabilitario. E l’Iran con il rispetto,
riconosciuto in sede AIE, dell’accordo per la stabilità nucleare ha conquistato
maggiore leadership nella regione. Ora siamo alla stretta finale perché Israele,
che aveva finto la neutralità, si ritrova Assad e Rohani più forti di prima. E
teme un riarmo del Libano.
***
Il vero pericolo a mio avviso viene dall’Araba Saudita ove
il cambio generazionale ha ancora un significato incerto, Non resta che scongiurare
la sorte con auspici di pace.
Leggo quindi un pensierino di cotone:
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