mercoledì 19 settembre 2018
Omniavulnerant: Governo all'imbuto
Omniavulnerant: Governo all'imbuto: Il governo italiano in carica, uno dei più popolari da sempre, fatica partorire il suo primo documento economico finanziario. Nonos...
martedì 18 settembre 2018
Governo all'imbuto
Il governo italiano in carica, uno dei più popolari da
sempre, fatica partorire il suo primo documento economico finanziario.
Nonostante sia costituito sulla base di un contratto scritto nei suoi vari
punti i vincoli europei, legati ad impegni di flessibilità stabiliti da governi
precedenti, ne condizionano la fattibilità. La burocrazia UE sostituisce di
fatto l’opposizione politica appesantendo lo sforzo dei ministri economici. Ciò
avviene perché i partiti storici, dei quali la stessa burocrazia è espressione ed
immagine, sono stati annichiliti da un elettorato definitivamente deluso e
sfiduciato.
Il medesimo elettorato però ha manifestato solidarietà e
fiducia, ai limiti dell’entusiasmo, al Presidente del Consiglio in carica in
occasione della disgrazia accaduta a Genova ove è crollato un ponte stradale
con 43 vittime e paralisi della intera città. I medesimi cittadini hanno, in
tale circostanza, manifestato disprezzo per il resto dei rappresentanti
politici e freddezza nei confronti dello stesso Presidente della Repubblica. Ciò
fa pensare, al di là delle palle che racconta il mainstream, che sul piano
della coesione sociale il documento economico finanziario troverà accoglienza.
Ed in proposito un segnale netto di consenso è venuto dai lavoratori delle
acciaierie di Taranto.
Il contesto internazionale extra UE vede senza pregiudizio
il nuovo governo. Gli investitori americani, in vista dello scenario post
quantative easing, sperano di avvantaggiarsi col nuovo corso italiano e in
linea di massima segnalano disponibilità verso i titoli. Ciò potrebbe
compensare la futura minor protezione BCE. Dipenderà dal comportamento di
alcuni fondi che agiscono sul mercato finanziario globale. Nello stesso tempo
gli investitori Russi sperano in un nuovo ruolo italiano anti sanzioni. Cosa questa
che potrebbe avere benefici sul PIL. Infine pare che anche la Cina in
circostanze formali abbia manifestato segnali esenti da pregiudizi nei riguardi
della nostra economia e gradirebbe una azione italiana contro i dazi nel G7.
Non reta che ipotizzare una quadratura contabile nelle
prossime ore. Ad esempio attribuendo alla UE alcuni oneri del traffico migratorio.
Nulla die sine gladio.
sabato 15 settembre 2018
Catastrofe Lehman Brothers: decimo anniversario
Dieci anni fa gli impiegati della Lehman Brothers uscivano dagli uffici con le scatole di cartone in mano. Celebravano il fallimento più grade della storia della finanza mondiale.
Il debito di 613 miliardi di dollari non lasciava scampo a mezze misure. In Italia furono solo 140 coloro che persero il lavoro e non fu per quello che ce ne accorgemmo, fu lo strazio del decenio successivo a farci capire la gravità della cosa. Un regime globale fondato sul debito ci porta alla catastrofe. E il modello americano non è affatto il migliore del mondo.
Ne sanno qualcosa i risparmiatori azionisti della Banca Popolare Vicentina che hanno risparmiato e invertito convinti del contrario.
https://omniavulnerant.blogspot.com
sabato 1 settembre 2018
l'omofobia nel 68
2 - Nello speciale di
INTERNAZIONALE EXTRA dell’Aprile 2018 si indicano tra i nomi sessantottini
Stanley Kubrik, Gaetano Veloso, Edgar Morin e Janis Joplin nonché Robert Crumb,
PPPasolini, The Beatles e Che Guevara. Ne conosco solo cinque.
Sessantotto
Nel Settembre 1968 la rivista sportiva con sede a New York
Sports Illustrated pubblicò una corrispondenza dalle olimpiadi del Messico. Vi
si racconta di come il governo guardava al business stimando l’arrivo di 150
mila turisti da distribuire a turno su 67 mila posti letto disponibili in
edifici dalle forme architettoniche moderne. Si sperimentavano materiali
sintetici come il Tartan, allora rivoluzionari per le tute degli atleti che
secondo l’articolo erano 7.226 provenienti da 119 paesi. Città del Messico è a
2420 metri sul livello del mare per cui si prevedevano effetti negativi sulle
capacità polmonari arrivando al punto di non escludere pericolo di morte sotto
sforzo atletico. Ma la preoccupazione principale del governo Gustavo Diaz Ordaz
erano quei “giovani attivisti locali” che, come annotava il cronista
dell’epoca, non erano diversi da quelli di Berkeley o della Columbia. Vengono
definiti “nuovi barbari” che non vedono l’opportunità dell’evento, ma ne
sfruttano la visibilità per dare sfoggio alla protesta. (Anche qui si vede
l’atteggiamento tipico della stampa dell’epoca con il giornalista al quale non
passa neanche per la testa di vedere se ci sia o meno qualcosa contro cui
protestare; ma il semplice fatto di protestare che viene immediatamente
percepito come anomalo). A questo si aggiungeva il boicottaggio dei neri
statunitensi. E questo come sappiamo dalla storia è quello che avverrà.
Ma leggendo questo articolo si può scoprire qualcosa di
nuovo, che era sfuggito alla memoria. Si tratta della decisione presa per
l’occasione dalle autorità sportive, di verificare il vero sesso delle donne in
gara. Ovvero l’adozione della regola che prevedeva l’obbligo di “prelievo del DNA e l’esame del cariotipo”.
Su questo la nova norma prevedeva che, come nel caso della polacca Ewa
Klobukoska che aveva un cromosoma di troppo, in caso di mancato superamento
dell’esame si competesse tra gli uomini. Quel caso polacco aveva causato il
ritiro dalle gare di una decina di atlete femmine. Il caso più eclatante,
riporta il cronista, era stato quello delle sorelle russe Irina e Tamara Press.
Si capisce che le tecniche di analisi genomica erano già
note e usate dalla comunità internazionale ma, considerando impreparata
l’opinione pubblica mondiale se ne parlava in modo criptico. La condizione
genetica xxy era già nota, ma si ricorreva al massimo alla ironica dicitura
“terzo sesso”. La transessualità quindi era già conosciuta nel 1968 come
fenomeno scientificamente accettato.
Probabilmente anche il comportamento
omosessuale era già stato compreso come riconducibile a condizioni genetiche,
ma certo non veniva detto per non intaccare il sistema di regole morali e si
lasciava credere che fosse riconducibile a perversioni immorali. Ci vorranno
cinquant’anni per arrivare ad un papa che, in aeroplano, dica chiaramente che se uno è gay ma si comporta bene chi sono io
per giudicare. Verrebbe da dire “mai dire mai”, ma penso che senza il
sessantotto l’omofobia non sarebbe stata debellata.
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