Peter Gomez introduce con un eccellente articolo la monografia
di Millennium dedicata ai sindacati in Italia.
Trovo condivisibile praticamente il 50% di quanto ivi
affermato a partire dal fatto che i lavoratori sono distaccati e concepiscono
sempre più la tre confederazioni come un pezzo di casta. Chiaro che
sottovalutare quello che pensano i lavoratori è un errore grave, ma
sottovalutare quello che pensa la base associativa (gli iscritti) è
semplicemente mortale. Ma so per esperienza personale che gli apparati sono
sordi a tali segnali. O meglio coltivano una finta sordità come quando un
interlocutore ti parla nel frastuono e tu fingi di capire ciò che dice per
buona educazione. In realtà la cultura degli apparati è manipolativa. Si pensa
sempre che gli atteggiamenti collettivi siano manipolabili, o nel miglior dei
casi utilizzabili.
Sindacati casta?
Ciò è parzialmente vero, ma non nella società ipermediatica
in cui ci troviamo oggi.
Oggi c’è una buona quota di comunicazione orizzontale, uno
strato autonomo di comunicazione non verticale che non è manipolabile col passa
parola che si usava una volta in fabbrica. E questo per la semplice ragione che
non c’è la fabbrica, non c’è la massa, c’è l’impresa rete e c’è internet. Ma la
direzione centralizzata delle confederazioni, dove conta in modo decisivo il
sindacato dei pensionati, è quella della mia generazione, che si porta dentro
l’imprinting della fabbrica. L’idea, allora vincente, di operaio massa.
Quindi sono d’accordo con Gomez e mi spingo a sperare che le
sue argomentazioni alberghino prossimamente sui documenti sindacali oltre che
tra gli interventi dei delegati e degli attivisti sindacali.
Ma nell’articolo di Gomez non trovo condivisibile
l’argomento degli enti bilaterali visti solo come luogo di innervamento della
casta sindacale. Come se fossero concepiti solo per creare posti ai
sindacalisti suonati. E’ una deformazione della sinistra giustizialista: vedere
l’ombra della corruzione dietro ogni errore politico. Nell’approccio di Gomez
il tema degli enti bilaterali viene sopravvalutato e non si coglie il positivo
ruolo di sostegno al welfare in epoca di pesante cogenza del debito pubblico.
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