Monthly mainstream scrutiny.
Dopo la sentenza Cucchi, che non chiude il ciclo perché ci
sono altri processi ai carabineri in arrivo, l’immagine dello Stato picchiatore
rischia di tornare orientando la pubblica opinione in senso sfavorevole
all’Arma. Perciò è partita una sottile campagna mediatica in difesa. A mio
avviso non ce n’è bisogno; il popolo è con loro. L’unica cosa bella del
mainstream novembrino infatti è stata la foto del carabiniere che bacia la mano
di Ilaria Cucchi. Quella foto infonde la speranza che lo stato possa essere
ancora al servizio del cittadino e della verità. Commovente. Grazie.
Per il resto i media di regime, sempre più servi delle
lobbies, hanno mandato una montagna di meschini messaggi persuasivi. La
persuasione occulta al servizio della élite globale ha usato tutti i suoi
dettagli apparentemente insignificanti: dai dispostivi anti abbandono alla nuova
appetibilità dei titoli di stato della Grecia le notizie sono state tutte
funzionali al marketing in barba al senso civico.
In Italia la carta stampata e gli sproloqui televisivi si
sono svenati sul trentesimo anniversario della caduta del muro, quello di
Berlino, rispolverando buona parte del vecchio armamentario anticomunista.
La scorta della Segre, di cui si sono occupate anche la BBC
e il NYT, ha tenuto banco più del terremoto in centro italia e il fatto che sia
lei stessa ad essere stufa, soprattutto dei pirateschi abbordaggi dei
giornalisti, è stato sorvolato.
Non pariamo della misteriosa revisione dei trattati con la
Libia su cui grava un narcolettico silenzio e della cui situazione nessuno
capisce più niente.
La morte di Maria Perego ha ricordato a tutti noi che negli
anni sessanta la televisione era un gusto guardarla perché era quella di Topo
Gigio e mandava messaggi d’amore e speranza nella vita. Mentre oggi ti inonda
di angosce.
Il Giornale di Vicenza nel giorno dedicato alla forze armate
ha pubblicato un ambiguo ricordo di Amos Spiazzi presentato come eroe dei
servizi segreti anticomunisti nonché vittima dei magistrati e della falsa
informazione. Sic. Ora sappiamo che la Rosa dei Venti non è mai esistita e che
lui è andato in pensione da generale.
Ma guardiamo cose più serie.
Si è mossa anche l’artiglieria pesante (BBC, NYT, CNN, Al
Jazeera ecc.) con le notizie sull’impeacemet show. Uno spettacolo accompagnato
dalla notizia della candidatura Bloomberg che ci comunica il polical spin
dell’ala sorosiana della finanza globalista. Un segnale che il 2020 sarà una
sorta di Ok Corrall tra chi cavalca il moto vendicativo delle periferie urbane
(Trump, brexit e sovranismi europei) e chi vuole ripristinare i vecchi scenari
finanziari legati alle migrazioni della manodopera.
Fortuna che alla fine Trump, che si rivela sempre meno
sprovveduto sulla comunicazione, ha girato il mainstream sull’Afghanistan dove
vuole chiudere.
I giorno successivo alle dimissioni di Evo Morales, ex
leader boliviano, i suoi sostenitori sono scesi in piazza scontrandosi con la
polizia. Egli è un indigeno resosi famoso per le sue lotte sindacali in favore
dei diritti dei raccoglitori di coca. Considerato un populista di estrema
sinistra ha vinto le lezioni all’inizio del millennio reclamando maggiore
inclusività sociale e maggiore equità nella distribuzione del reddito.
Obiettivi che con lui sono stati raggiunti per milioni di boliviani. Ma egli
nei suoi anni di potere non ha curato la formazione di un gruppo dirigente con
leaders che potessero assicurane la successione e quando non ha retto l’attacco
dell’opposizione destrorsa che lo accusa di brogli elettorali, abbandonato
dall’esercito, ha lasciato il paese nel caos.
Ora anche il New York Times riconosce che a muoverlo non era
l’ambizione e lo considera un mancato Nelson Mandela.
La sua epoca è stata certamente caratterizzata da tratti
autoritari, ma è un leader che ha dato molto, girando e rigirando il paese
spartendo il pane con i lavoratori e i loro sindacalisti. Un vero uomo del
popolo, il suo popolo, quello che da più di cinquecento anni viene sfruttato
nelle miniere per i profitti dei paesi imperialisti e le loro multinazionali.
Un vero rappresentante di quel popolo, un uomo capace di fargli rialzare la
testa.
Lunga vita a Morales. Hasta siempre, presidente!
Il chiusura abbiamo due temi: le sardine e l’attacco
londinese all’arma bianca.
Il primo è un’interessante test di nuova comunicazione
politica promosso da ambienti prodiani che si sta rivelando capace di
mobilitare notevoli energie della maggioranza silenziosa. Ovvero una vasta area
del paese delusa dal degrado politico degli ultimi anni, ma sensibile al sogno
di una rigenerazione giovanile. Il salvinismo è una ricetta troppo acida per la
generazione che ha fatto le lotte per i diritti e la difesa della costituzione in
nome dell’Europa e ora si cerca una via alternativa per il ricambio generazionale.
Meglio di niente, ma il pericolo sta nella prossima fase in cui la vecchia
sinistra cercherà di tesaurizzare il movimento in termini elettorali.
Il secondo è un drill dei servizi di sicurezza che ha lo
scopo (purtroppo con morti veri) di incentivare l’autodifesa diretta tra i comuni cittadini. Lo scenario è
quello che caratterizza la guerra del futuro che sarà tutta urbana con
sparatorie, assalti ed attentati tra la folla. Perciò anche le manovre sono dei
false flags dove si mandano avanti prigionieri Jihadisti in cerca di martirio. I combattenti della Jihad puntano al martirio,
devono morire nell'azione per andare in paradiso ed eccoli serviti. Arriva la
polizia e li secca sul posto anche se sono ormai, come in questo caso, già resi
inermi.
Tralascio la democracy di Hong Khong e Santiago.
Il black Friday ha chiuso un Novembre abbastanza intenso.
Ma speriamo che dicembre sia migliore.
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