Il mese di Dicembre è iniziato con un summit della NATO che
ne ha mostrato tutta la vetustà.
La nota più critica viene ovviamente dalla Turchia che vede
Erdoghan sempre più scettico, più distaccato e più furbo. Il suo cambio di
atteggiamento verso la NATO è iniziato col fallito golpe che doveva toglierlo
di mezzo per modificare l’atteggiamento di Ankara verso i kurdi ma che è
fallito grazie all’aiuto da parte dell’intelligence di Putin. Da lì ha preso
corpo il nuovo scenario con l’intervento militare russo - iraniano in favore di
Assad; intervento che ha permesso a costui di vincere la guerra civile contro
ISIS.
Ciò è dovuto soprattutto alla politica di Obama nel secondo
mandato. Egli fu soverchiato dalla lobby bellicista con alla testa i produttori
d’armi per il retail. Egli per riuscire a reggere la spinta di costoro accelerò
la tensione nelle repubbliche baltiche, in Polonia e soprattutto lanciò la
politica fuck the EU in Ucraina. E
per timore dell’umiliazione che avrebbe ricevuto a Sochi ha cavalcato
l’ossessione di Big Pharma sui farmaci russi inventando le sanzioni. Però ha
saputo tener duro in Siria.
Obama non voleva l’intervento boots on the ground in Siria e aveva annunciato la linea rossa
sull’uso di armi chimiche; allora i cosiddetti ribelli rubarono armi chimiche
dai depositi malcustoditi di Assad per usarle contro i civili e accusare il
regime, ma per fortuna Obama non ci cascò.
E da allora fu assediato dai falchi. Da qui il tentativo di rilancio del
ruolo aggressivo della NATO e l’inizio della attuale crisi, una crisi di prospettiva
che la rende ormai inutile e anzi, controproducente per l’Europa.
Per me l’Europa deve sganciarsi dalla NATO senza fretta ma
con determinazione. Anzi la NATO va sciolta e ciò sarà consensuale. Se non lo
facciamo l’AMERICA ricomincerà ad usarla, dopo questo breve stallo di alcuni
anni, come strumento di condizionamento vincolante ma sul terreno economico,
cioè per avere un competitor di meno.
In pratica bisogna fare come Erdoghan: stare nella NATO e
nel frattempo dialogare con la Russia. Il terreno dove iniziare è la Ucraina.
Bisogna cercare l’uscita dalla crisi assieme alla Russia. L’andamento del
summit sotto le righe lascia supporre che ormai siano molti i leader europei a
pensarla in questo modo, a partire da Macron.
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