Il presidente Trump ha lottato contro il deep state americano, che è un potere occulto incostituzionale. Egli però lo ha fatto nel modo sbagliato incitando all'assalto del Campidoglio. Quella violenza era una trappola ed ora egli ne sta pagando il conto.
Il nuovo presidente degli Stati Uniti è un anziano
professionista della politica stanco, forse un po’ balbuziente, e certamente
poco entusiasta del fardello che gli tocca sopportare almeno per altri quattro
anni. Ne avrà infatti ottantadue quando ci sarà da decidere per il secondo
mandato.
I segnali mandati sin dall’inizio della sua campagna
elettorale sono tesi a far desiderare la vicepresidente Kamala Harris giovane,
determinata e multietnica al punto giusto. Ma entrambi non meritano per il loro
curriculum. Biden ha lavorato più
volte ad interventi militari e da vice
presidente ha rappresentato quel fronte che
spingeva Obama alle guerre del suo secondo mandato. Ukraina e Siria
soprattutto.
La HARRIS si è fatta una fama di dura nella magistratura per
il pugno di ferro tenuto in più occasioni proprio nei confronti dei neri in
aperta contraddizione con la gran cavalcata elettorale che ha fatto sul movimento
Black Lives Matter. Su questo è arrivata al punto di incitare il movimento alla
lotta con parole simili a quelle di Trump sul Campidoglio. E certo non dà l’impressione
di essere autonoma dal deep state.
Il NYT di oggi appare pienamente consapevole di questi
rischi connessi col nuovo scenario e riporta le manovre in atto per paralizzare
Trump del quale teme un ruolo di forte opposizione già dai primi mesi del nuovo
mandato. Una corrispondenza da Washington di Elizabeth Williamson riporta che i
democratici stanno promuovendo in tutta fretta provvedimenti urgenti che
proteggano i whistle-blowers e che pongano limiti ai poteri di grazia dei
presidenti. Ciò corrisponde perfettamente ad un profilo normativo avente per
oggetto il rafforzamento del deep state. Sarà per ringraziarlo del forte aiuto ricevuto
nella battaglia contro Trump, ma non c’è solo questo; c’è un preciso disegno
politico da perseguire. Certo, temono il Trump dell’ultimo miglio, ma al tempo
stesso danno avvio ad una politica di rafforzamento autoritario. Quella
politica che vogliono i poteri globalisti, fondazione Rockefeller in testa,
invocando maggiore decisionismo e velocità nella direttiva globale. Potere,
Reset e Vaccini.
Nelle pagine dell’interno infatti un articolo è dedicato al
curriculum di Raj Shah, dal 2017 presidente della Rockefeller Foundation e
prima dirigente della Bill and Melinda Gates Foundation dove si occupava,
guarda un po’, di vaccinazioni nei paesi emergenti.
C’è anche una sua foto, perché si tratta di un tizio da
tenere d’occhio per le trattive e gli incontri di Davos. Segue un’intervista
nella quale egli esprime la sua visione per una America leader nella salute
globale del mondo.
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Ai tempi del fascismo non sapevo di vivere ai tempi del fascismo.
Hans Magnus Enzensberger,
(scrittore)
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