Contrariamente alla mia pessimistica previsione della scorsa serrimana la Crisi politica innescata da Renzi è approdata alla
proposta di sostituzione di Conte con Draghi.
Costui viene considerato per la sua esperienza
una garanzia di miglior spesa e miglior gestione del cosiddetto Recovery Fund
ovvero i soldi dell’Europa, predisposti non a caso da costui medesimo. A differenza dell'esperienza Monti del 2011 oggi all'ordine del giorno non è il taglio della spesa ma la gestione di un incremento di spesa: gli oltre 200 MLD di aiuti europei. Essi
fanno gola a vari potentati tra i quali la mafia mondiale e occorrono poteri
forti per gestirli in sicurezza; poteri che risultino alla élite finanziaria più
affidabili della nostra stessa Repubblica. Essa infatti, come sappiamo, è
troppo innervata con la finanza criminale fin dai tempi di Sindona e Calvi e
haimè un ruolo fondamentale in queste deviazioni lo ebbero gli istituti bancari
vaticani, allora soggetti a regole e controlli indipendenti.
Ma torniamo alla nostra crisi. Si dirà che anche Conte stava al gioco ed è vero, ma non
aveva l’autorevolezza fuori dall’Italia. Egli la credibilità ce l’aveva per gli
italiani come dimostrerebbero alcuni sondaggi effettuati durante la crisi, ma
questo non era un argomento decisivo nelle sedi sovranazionali. E, sotto la
direzione di Mattarella la situazione è stata messa sotto blindatura
incorporando Berlusconi e ricattando Salvini. Anche Berlusconi infatti,
pregiudicato e pluricondannato, presiede un potentato finanziario contiguo con
la mafia e se si vuole star puliti va controllato più da vicino. Ebbene non c’è
dubbio che, per questo fine, Draghi è l’uomo giusto. Ci sono infatti quelli che
sono stati al gioco, quelli che sono stati giocati e quelli che, come lui
medesimo, il gioco lo hanno concepito.
Ma se si guarda solo la partita italiana si perde i quadro
generale. Il gioco si chiama Great Reset e quella che stiamo vedendo è solo un
episodio italiano: il derby col Vaticano. Il termine Great Reset non l’hanno
inventato i complottisti, ma l’ONU e lo si può trovare nel documento ufficiale
del 2015 conosciuto come “Agenda 20 – 30”.
Per capire meglio penso che possa risultare utile la lettera
che l’arcivescovo Carlo Maria Viganò aveva inviato a Trump nell’ottobre scorso. Ne riporto quindi alcuni passaggi:
“Un piano globale
denominato Great Reset è in via di realizzazione. Ne è artefice una élite che
vuole sottomettere l’Umanità intera imponendo misure coercitive con cui
limitare drasticamente le libertà delle persone e dei popoli.”
“Scopo del Great Reset
è l’imposizione di una dittatura sanitaria finalizzata alla imposizione di
misure liberticide nascoste dietro alle tante promesse di assicurare un Reddito
Universale e di cancellare il debito dei singoli. Prezzo di queste concezioni
proprie del Fondo Monetario Internazionale (altra istituzione che ha usato
questa espressione) dovrebbe essere la rinuncia alla Proprietà Privata e la
adesione ad un programma di vaccinazione Covid 19 – 21 promosso da Bill Gates
con la collaborazione dei principali gruppi farmaceutici.
Aldilà degli interessi
che muovono i promotori del Great Reset, l’imposizione della vaccinazione si
accompagnerà all’obbligo di adozione di un passaporto sanitario e di un ID
digitale con il conseguente tracciamento dei contatti di tutta la popolazione
mondiale. Chi non accetterà l’imposizione di queste cosiddette misure verrà
confinato in Campi di Detenzione o agli arresti domiciliari e gli verranno
confiscati tutti i beni. Questa crisi attuale serve per rendere irreversibile,
nella intenzione dei suoi artefici, il ricorso degli stati al Great Reset dando
il colpo di grazia ad un mondo di cui si vuole cancellare completamente
l’esistenza e lo stesso ricordo.”
Sono parole e documenti che il mainstream non si sogna neanche di
mettere con chiarezza a disposizione della gente comune e la stessa idea che
possa farlo una parte della chiesa evoca angosce fratricide.
E’ probabile, vista l'ansia del ceto politico, che il "titano europeo" - come l'ha definito il NEW YORK TIME - ce la faccia ma resta la diffidenza e il distacco della
gente comune che sente un po' di puzza.
Dietro infatti c'è la crisi totale del capitalismo finanziario che si trova sospeso sul vuoto come Will Coyote e arranca con le gambe all'aria sopra il baratro del proprio debito insostenibile.
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BEATI MORTUI.
Beati mortui qui in Domino moriuntur. Amodo iam dicit Spirirus, ut requiescant ad laboribus suis: opera enim illorum secuuntur illos.
In (Ap 14,13) il
terzo angelo che appare a Giovanni gli ordina di scrivere tali parole per
marcare il contrasto tra il castigo degli empi e il riposo felice che attende i
fedeli. Ma tale premio parte dal momento della morte. Anzi è la morte stessa il
premio perché dona la pace e la serenità del riposo eterno. La vita,
evidentemente, resta un fatto duro anche per i fedeli in quanto esposti alla
tentazione e ai prodigi della Bestia.