1 - Prosegue indisturbato l’approccio propagandistico alla
Pandemia. Questa settimana semi-euforica per le aspettative su Draghi ha visto
i media impegnarsi, tra un ricordo e l’altro delle foibe, a sostenere che “LA
CRESCITA DIPENDE DAI VACCINI” come titolava anche un articoletto del Manifesto
impegnato a sostenere il moto verso la maggioranza governista delle frange
sinistrorse sulla scia della Cgil.
La politica monetaria ultra-espansiva della BCE durerà
ancora ammonisce Gentiloni e pertanto il piano di stabilità e crescita dovrà
essere ridiscusso. A tale scopo la Commissione dovrà ridiscutere il
prolungamento delle regole di bilancio. Il ritorno al Patto di Stabilità
sarebbe un suicidio. Occorreranno ammortizzatori sociali sovranazionali e
consistenti sostegni alle imprese. Ciò è un effetto del Covid che di fatto
mette in crisi lo stesso Trattato di Maasticht del 1992.
Secondo tali previsioni nel gruppo dei 27 ci saranno diverse
velocità di ripresa. Solo 11 Stati membri inizieranno la ripresa già nel 2021
raggiungendo poi il PIL che avevano nel 2019. Tra essi Germania e Francia
mentre Italia e Spagna dovranno aspettare un paio d’anni di più.
Il Recovery Fund, al quale dovremmo attingere prossimamente,
fa parte del più vasto piano denominato Next Generation il quale non prevede la
cancellazione del debito italiano, ma il recupero della sua sostenibilità
attraverso la ripresa della crescita. Secondo queste previsioni pertanto non vi
è alcun Reset sul tavolo e i famosi 209 MLD di Euro verranno gestiti
nell’ambito del tradizionale confronto Nord/Sud Europa.
2 - Marx in dieci parole, di Stefano Petrucciani edito da
Carocci tratta i concetti di alienazione, diritto, democrazia, libertà,
rivoluzione, materialismo storico, feticismo, sfruttamento, capitalismo e
comunismo. Si tratta di “sentieri su cui procedere per imparare a leggere Marx”.
Waw!
Il Manifesto lo recensisce in calce alle pagine culturali e
usa l’espressione “pensatore di Treviri” nel titolo. Evidentemente non vuole
scrivere MARX in grande proprio nella settimana delle foibe nella quale non
sarebbe il caso di turbare il lutto istituzionale dei non comunisti.
Ma come?, si dirà, ciò contraddice la rossa scritta della
testata… già, ma quella non può essere cancellata perché cambierebbe la ragione
sociale del quotidiano e si potrebbero perdere i finanziamenti pubblici.
Si, quei finanziamenti che il Fatto Quotidiano non vuole ma
rimpiange, tanto che moltiplica l’uso della carta con libri e riviste cartacee
a manetta per beneficiare del credito d’imposta. Beh, meglio così se no finisce
come il Sole 24Ore… In ogni caso chissà che adesso entrando in regime
supermariano non si risolvano anche questi problemi i quali, per quanto
secondari, assillano i sinistrorsi centenaristi.
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