All’alba del 25 Luglio 1943 il Gran Consiglio del Fascismo
decise la deposizione del Duce Mussolini e il Re nominò capo del governo
italiano il maresciallo Badoglio. Mussolini fu arrestato e condotto all’Isola
di Ponza e poi alla Maddalena e in fine in Abruzzo in un albergo del Gran Sasso
da dove Otto Scortzeny lo liberò il 12 settembre. In poche ore venne creata la
Repubblica Sociale Italiana con sede a Salò sul lago di Garda capeggiata da
Mussolini. In quei momenti più di un milione e mezzo di italiani stavano
combattendo oltre frontiera e nei Balcani era in corso l’operazione Konstantin
che vedeva i tedeschi disarmare gli italiani.
Il 26 luglio era scattata l’operazione Alarico con 8
divisioni tedesche che attraversarono il Brennero invadendo la penisola. Sul
teatro italiano il SOE (special operations executive, servizio inglese) operava senza la possibilità di offrire alcuna garanzia
in cambio della collaborazione partigiana; il Foreign Office (Eden) infatti non
era disponibile a prendere alcun impegno relativamente alla restituzione delle
colonie e alla integrità dei confini a fine guerra. Anzi, su questo ultimo
punto in particolare, il Foreign Office era pienamente consapevole, se non
condiscendente, che la resistenza Titina aveva messo gli occhi sull’Istria.
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