Feltrinelli Giangiacomo fu un editore di successo e un rivoluzionario castrista che venne eliminato.
Per i giudici
l’editore morì dilaniato a Segrate dalla bomba che stava preparando. Ma una
ferita ignorata e una perizia mai pubblicata sollevano ancor’ oggi alcuni dubbi.
E trovo opportuno richiamare quello che scrive il figlio Carlo Feltrinelli
nelle ultime pagine del suo bel libro che si intitola Senior Service. Egli
scrive che: “ la stampa estera accoglie il dubbio che l’editore sia
stato portato in stato d’incoscienza (veleno?, colpo di karaté?) sulla Cassese.
E il sospetto di una “spaventosa messa in scena” risuona anche nella relazione
di Berlinguer al XIII Congresso del PCI”.
Secondo alcune ricostruzioni collegate alle inchieste
del giudice Salvini infatti, il Mossad era interessato ad eliminare Feltrinelli
perché nei mesi precedenti si era impegnato a far arrivare una grossa partita
di armi ai fedayn. E la conferma della ipotesi secondo la quale la morte di
Feltrinelli non fosse dovuta ad un incidente ma rispondesse ad un piano di
eliminazione viene dalle analisi di Guido Giannettini, l’agente del SID che
negli anni successivi verrà coinvolto nei processi per Piazza Fontana. Costui
sostiene in un suo dossier spedito da Parigi il 26 Aprile 1974 noto come Dossier
San Marco, che la eliminazione di Feltrinelli e l’annichilimento della
RAF attraverso l’arresto di Andreas Baader e Ulrike Meinhoff nel giugno
successivo siano atti conseguenti agli accordi Russo-Tedeschi di Oreanda
dell’Agosto 1971. In sintesi ad essi sarebbe conseguita una reciproca
ristrutturazione dei servizi con lo smantellamento delle funzioni di controllo
della sinistra extraparlamentare europea da parte, per il lato occidentale, dei
partiti socialisti cedendo la rete occidentale al Mossad una volta depurata dei
tratti di contiguità militare con le organizzazioni arabo-palestinesi. Ovvero
appunto la RAF, i GAP cui va aggiunto il gruppo francese Nouvelle Resistance. Nella
fase precedente a tali accordi Feltrinelli aveva avuto un ruolo di agente
ambientale e puntava ad una regia autonoma dell’ultrasinistra europea.
Il corpo di Feltrinelli fu segnalato nel tardo
pomeriggio del 15 marzo dal signor Stringhetti, un pensionato che passava in
bicicletta col cane. Poi arrivarono le varie troupes delle forze dell’ordine le
quali, in un piazzale vicino al traliccio, trovarono parcheggiato un furgone
Volkswagen adibito a camper con molte chiavi che aprivano “covi” legati negli
anni successivi alle Br. All’inizio non si sapeva di chi fosse il corpo, i
documenti falsi erano intestati a tale Vincenzo Maggioni, ma poi a riconoscerlo
in obitorio, dopo che dentro la sua carta di identità falsa è stata trovata una
piccola negativa fotografica con uno scatto della quarta moglie di Giangiacomo
Feltrinelli, fu Luigi Calabresi, che lo conosceva bene.
Il settimanale Sette, nel numero del primo marzo 2012 portata
a conoscenza dell’opinione pubblica una perizia medicolegale (la Marubini-Fornari)
sul corpo straziato di Feltrinelli che era stata “al tempo ignorata”. Tale
perizia invaliderebbe le conclusioni dei giudici e introdurrebbe rinvii su ciò
che potrebbe essere avvenuto o “sotto” il traliccio oppure “intorno al fatale
pilone di Segrate. Feltrinelli viene presentato, soprattutto nelle schede a margine,
come un partigiano sessantottino, intellettuale e grande imprenditore culturale
del dopoguerra, vittima di un attentato “i cui contorni restano misteriosi” e
l’impianto del servizio punta il dito contro il Mossad.
Feltrinelli potrebbe essere stato ucciso precedentemente e poi, con
calma, sarebbe stato allestito l’overkilling del traliccio. Messo a cavalcioni
e fatto esplodere. Il cadavere aveva le mani incolumi con tracce di legacci ai
polsi.
Esiste quindi una verità alternativa che vale la pena
di non dimenticare perché non si sa mai…
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Habeas corpus.
E' un diritto affermato fin dal 1215 nella Magna Charta Libertatum anglosassone. In Italia esso viene affermato solo nel 1848 dallo statuto albertino. Poi fu soppresso dal fascismo e infine riaffermato dai costituenti.
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