Il 5 aprile,
secondo il certificato di morte dell’anno 1994, è morto Kurt Cobain, ma il suo corpo
venne trovato solo tre giorni dopo con accanto il fucile e il biglietto d’addio.
Qualcuno, tra i quali un investigatore molto esperto, sostiene che non fu un
suicidio. Aveva 27 anni.
Il
quotidiano La SAMPA di Sabato 4 Aprile riporta a pg 31 un articolo a firma
Nadia Ferrigo secondo il quale una ricerca di Dianna Theodora Kenny, che vive a
Sidney dove studia e insegna “psicologia e musica”, dimostrerebbe la
correlazione statistica tra morti premature e mestiere del musicista.
Non vengono
considerate le morti storiche come Mozart, le quali pure costituirebbero un
terreno di studio molto suggestivo, bensì quelle del periodo 1950/2014 confrontando
i dati raccolti con quelli della popolazione americana. E ne esce confermato il
mito del rockettaro morituro.
Non però
quello del cosiddetto Club 27J.
E’ una
espressione giornalistica. Essa si riferisce al fatto assai curioso che esiste
una significativa serie di artisti rock con la lettera “J” nel nome, che sono
morti all’età di 27 anni. Essi sono Brian Jones, Jimy Hendrix, Janis Joplin, Jim
Morrison ed Amy Jade Winehouse.
Pare invece
che la vera età in cui muoiono statisticamente più musicisti si quella di 56
anni.
Smentita
quindi una teoria numerologica di gusto complottista.
I numeri
fanno pulizia dei pregiudizi e si scopre come in questo caso che ad uccidere i
musicisti blues, jazz e folk sono il cancro e il cuore, in particolare per i
punk e i metal. E nel rock addirittura un quarto delle morti sono accidentali.
Questo
risulta però dalla presa in considerazione tra le cause di morte anche degli
incidenti e delle overdosi.
Nessun commento:
Posta un commento