Ieri FQ in due paginoni centrali ha fatto il punto sugli
sviluppi CONSIP. Lillo spiega tentativi di coinvolgerlo negli interrogatori
allo scopo, suppongo, di fermarlo. E Pacelli mette a fuoco i collegamenti di
Bocchino con ambienti americaneggianti tipo, nientemeno, la CIA.
LILLO. Gli interrogatori di Scafarto, il capitano del NOE
che ha mostrato grande abilità nel dribblare gli ostacoli frapposti dai servizi
alle sue indagini (filone Woodcok), mostrano la debolezza della controinchiesta
romana. Gli inquirenti gli hanno infatti, tra l’altro, chiesto conto di come
mai egli non abbia dato seguito ad “piste” derivanti da intercettazioni relative
a conversazioni o SMS tra Lillo e papà RENZI.
E’ abbastanza chiaro che, dietro l’articolo, si evince il tentativo
dei magistrati di intimidire Lillo stesso adombrando l’idea che egli possa
essere protetto. Il tutto nel quadro di quella teoria dello “scontro tra
procure” coltivata nel mese di Aprile dal framework regimico. Babbo Renzi non
può rivelare chi lo ha messo in guardia delle indagini e quindi adombra in
apposite conversazioni telefoniche volutamente depistanti che sia stato lo
stesso Lillo. Il quale smentisce adducendo tabulati telefonici che dimostrano l’insussistenza
di tali conversazioni.
Insomma, più l’inchiesta si sviluppa e più si vede che il
Giglio Magico è protetto da potenti vertici statuali. A conferma che l’establishment
lo ha voluto e lo vuole ancora. E’ chiaro che tali vertici in questo caso sono
stati fregati da strutture più abili perché formate alla scuola della lotta
alla mafia, come la struttura di Scafarto appunto. Strutture la cui abilità è
stata ed è un problema per i giochi di regime.
PACELLI. Rob. Gorelik, ex capocentro CIA a Roma, oggi fa il
consulente e si è incontrato con Bocchino. A ”consigliare” Bocchino inoltre concorre anche
tal Marco Mancini il quale è un agente oggi non più tanto segreto a chi conosce
il caso Abu Omar. Li inchiodano i riscontri di Scafarto e in particolare una
foto dello scorso 14 Ottobre che pubblica lo stesso FQ. In varie
intercettazioni fanno capolino “gli americani” a sostegno dell’idea che
Bocchino fosse in definitiva l’interlocutore portavoce di costoro presso
Alfredo Romeo.
Il capitano del NOE Giampaolo Scafarto, cui la procura
romana vorrebbe tarpare le ali, si rivela ogni giorno più bravo. Grazie.
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