Un’altra occupazione universitaria sessantottina avvenuta
nel ’67 è quella della Università di Napoli.
Attilio Wanderling è un sessantottino che ha fatto la scelta
radicale di imbracciare le armi per la causa rivoluzionaria. E in tarda età ha
scritto dei racconti ispirati alle sue esperienze. Esse vanno dalle prime
occupazioni studentesche a Napoli del ’67, poi a Praga nell’estate del ’68 per continuare
in Palestina e via via fino al Nicaragua. E’ un rivoluzionario professionale
che ha militato soprattutto all’estero. Ma non è mai stato mitizzato in Italia perché
nel ’69 era uscito dal PCI col Manifesto. Ed è stata proprio una recensione su
questa rivista a segnalarmi il suo libro uscito nel 2011.
L’ho ripreso in mano in questi giorni per leggere ciò che
racconta di quella lotta.
I fatti avvennero di notte senza una assemblea che li
preparasse. I giovani della Federazione comunista si sentivano avanguardia e,
annusato il nuovo clima studentesco, non volevano essere scavalcati. Per cui:
“La piccola armata
entrò senza colpo ferire dall’aula di Fisica, un ingresso laterale custodito da
un corruttibile bidello. Eravamo padroni del campo, cioè del nulla. Anzi del
telefono… fu un fiorire di telefonate… finché la cornetta fu presa da Umberto
Ranieri per telefonare al quotidiano Gramma di Cuba”.
“…Umberto, che sapeva lo spagnolo [spiegò] chi fossimo. Lui dice che
era giunto un “buona fortuna” per la nostra lotta; ne dubito ma in ogni caso
una bandiera di internazionalismo era stata issata. Solo che i cancelli erano
tre e noi avevamo solo due catene… fatto sta che alle quattro ce ne andammo com’eravamo
venuti. Ridotti nel numero e nello spirito ci dirigemmo ad occupare la Facoltà
di Agraria a Portici … per dare un senso alla notte. Finì con la polizia che in
mattinata spezzò le catene, un po’ di parapiglia, un accenno di scontri e poi
tutti sulle camionette trascinati in Questura.”
Nella cronologia del sessantotto curata da Fabio Papalia,
pubblicata su Micro Mega n.1 del gennaio 2008 l’evento viene così ricordato:
”Napoli 11 dicembre. L’ateneo
è palcoscenico di una intensa giornata di mobilitazione, che coinvolge anche
studenti medi ed elementi del corpo docente. Nel tardo pomeriggio un’ennesima
assemblea studentesca decide di occupare i locali della sede centrale. L’agitazione
vuole esprimere solidarietà per i colleghi delle facoltà di Architettura e
Agraria le cui agitazioni erano state represse nei giorni precedenti da un
deciso intervento della forza pubblica.”
Il citato Umberto Ranieri è colui che, all’epoca studente di
filosofia, poi sarà segretario della federazione napoletana del PCI e sottosegretario
agli Affari Esteri del Governo D’Alema.
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