[16 Marzo 2021]
Nel 43 esimo da Via Fani emerge qualche
timido cenno di verità. Non ho capito perché l’anno scorso quando era già tutto
pronto con la relazione Fioroni dell’ultima commissione Moro, non se ne è
parlato. Forse il mainstream non era pronto e si reso necessario il lavoro di
più di un anno per preparare la nuova strategia di narrazione.
C’è anche da dire che la
Commissione Fioroni era stata composta nella legislatura precedente e i nuovi
parlamentari dovevano studiare gli atti, sta di fatto che sono passati in tutto
due anni nel silenzio totale sulla verità già disponibile negli atti pubblici.
A stare zitto è stato il mainstream. E vedremo come si evolverà la cosa nei
prossimi cinquanta giorni.
Le novità vengono centellinate. La
principale che oggi mi è passata sotto gli occhi è quella di Rai Storia nella
rubrica IL GIORNO E LA STORIA dove il commento è stato affidato al direttore
della Gazzetta del Mezzogiorno. Ebbene costui ha detto con chiarezza che i
brigatisti quella mattina non erano soli ma c’era un gran crocevia di servizi segreti
da tutto il mondo. Egli nomina americani, sovietici Israele e OLP e commenta
che le grandi potenze temevano che la politica di Moro potesse destabilizzare
gli equilibri occidentali ed orientali. Moro infatti lavorava per un compimento
totale del sistema democratico in Italia con l’alternanza tra maggioranza e
opposizione aperta anche ai comunisti.
Ma oltre a questo il commento del
direttore della Gazzetta del Mezzogiorno risulta sorprendente perché accenna al
fatto che Moro, dopo 55 gg terribili, sarebbe stato ucciso da un killer della ‘ndrangheta
che era già presente a via Fani.
Ciò significherebbe che non sono
state le Brigate Rosse ad uccidere Moro e questa sarebbe la affermazione più
difficile da accettare dalla opinione pubblica e comporterebbe una smentita
difficilmente sostenibile della narrazione ufficiale concordata tra Cossiga e
Morucci.
Quest’ultima parte non viene
accennata dal Fatto Quotidiano. Esso, con un articolo di tale Gianluca
Cicinelli, una firma che non avevo mai visto prima, a pagina 17 incentra le
novità sulla sparatoria, parlando esplicitamente di “depistaggio di Stato” e
manipolazioni delle perizie che verrebbero dimostrati ed acquisiti nella
relazione Fioroni. Quel giorno a Via Fani si sparò anche dal lato destro della
strada e con una perizia incompatibile con il livello di preparazione militare di
Bonisoli & C. Il punto è che pertanto anche la scorta, i poliziotti e gli
uomini dello Stato, non sarebbero stati uccisi dalle Br, e la roro eliminazione
avrebbe fatto parte di una pianificazione con copertura dei nostri servizi.
Non sono state le Brigate Rosse,
che però se ne sono assunte la responsabilità politica, ma è stato lo Stato Italiano
soggiogato da poteri extra nazionali, ad eliminare Moro. E’ una verità
difficile da dire ufficialmente; soprattutto da parte di giornalisti che sui
precedenti 43 anni di balle hanno costruito la propria carriera.
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