Il 4 Agosto 1972 abbiamo l’attentato a San Dorligo, tra
Trieste e il confine jugoslavo. Vennero sistemate cariche esplosive durante la
notte e saltarono in aria tre cisterne di greggio che appartenevano al deposito
costiero. Esso costituisce il punto di partenza dell’oleodotto transalpino, una
infrastruttura importante per la fornitura di greggio a Monaco di Baviera. L’ottantacinque
percento del greggio che vi transita proviene dalla Libia. E’ stato pertanto
colpito un obiettivo che rappresenta interessi contrapposti ad Israele.
In tale circostanza fonti ufficiali jugoslave fornirono alla
polizia italiana informazioni che riguardavano gli accordi operativi tra
organizzazioni della destra eversiva. Tali informazioni quadravano con le
nostre. In particolare il 15 Luglio erano stati fatti trovare volantini a
Trieste firmati forze rivoluzionarie croate, nei quali si può leggere:” … Noi non colpiremo i figli onesti del
popolo croato, ma non avremo pietà, liquidandoli ad uno ad uno, per gli
scherani di Tito i serbocomunisti traditori. Crediamo in Dio e nella Croazia.
(L’Unità del 21.8.1972) Sempre il 15 Luglio era stato fatto esplodere dagli
Ustascia un ordigno presso il consolato Jugoslavo a Monaco.
I servizi militari fecero in modo di orientare la nostra
polizia verso la pista di Settembre Nero, una delle organizzazioni più ambigue
del terrorismo arabo. Si sapeva infatti che essa aveva ricevuto finanziamenti
libici ma risultava poco credibile che li avesse usati contro gli interessi
strategici della Libia stessa. Appare invece più probabile che Settembre Nero,
qualora fosse stata l’autrice dell’attentato, fosse stata manipolata dai
servizi dello stato ebraico. Dalle indagini comunque era emerso che Settembre
Nero aveva stretto da poco un accordo operativo con Ordine Nuovo, Avanguardia
Nazionale, Lotta di Popolo, gruppi neonazisti tedeschi e gli Ustascia.
Sta di fatto che la polizia francese intervenne offrendo
informazioni secondo le quali i responsabili dell’attentato furono Therese
Lefebvre, Dominique Jurilli nonché Chabane Kadem e Mohamed Boudia, questi due
ultimi essendo di origine algerina.
Nel Marzo del 1973 vennero emessi 5 mandati di cattura tra i
quali gli italiani Moretti (Pierluigi) e Ludovico Codella il quale verrà
prosciolto in appello mentre gli altri in contumacia verranno condannati a 22
anni di reclusione.
Interessante la posizione del romano Codella il quale, aiuto
regista di professione, era stato all’epoca definito referente italiano di
Settembre Nero e per l’ufficio politico della questura di Roma risultava essere
all’epoca appartenente a Lotta Continua.
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