Martedì 28 si è riunito il Consiglio Nord Atlantico su richiesta turca per esaminare la situazione al confine turco/siriano. Gli ambasciatori dei 28 paesi alleati hanno alla fine rilasciato una dichiarazione che esprime un impegno di "strong solidarity with Turkey".
Il problema sta in quello "strong".
Se ho capito bene questa settimana la NATO si è prestata a
coprire l’aggressività turca verso la Siria. Anche in questo caso essa rivela
la propria natura offensiva e il “terrorismo” si rivela una semplice scusa per
i piani di espansione occidentali.
Lo dice bene Abou KHAZEN vicario apostolico di Aleppo:
E’ il segnale di cambiamento politico che ci si poteva
attendere dopo le ultime elezioni parlamentari (7 Giugno). Erdogan ha perso la
maggioranza assoluta e deve negoziare il sostegno di una nuova maggioranza
mista. Nel nuovo parlamento inoltre è entrata per la prima volta una forza
kurda la quale presumibilmente è alternativa al PKK e chiede di farlo fuori in
cambio di voti alla maggioranza parlamentare. Erdogan in tal modo dovrà
allinearsi alla prospettiva americo-saudita e mollare definitivamente le
partnership filoputiniane.
Ancora una volta gli americani, che hanno sostenuto
finanziariamente i nuovi partiti in gioco, manipolano lo scacchiere in funzione
WW3.
Nel Febbraio scorso avevamo visto una provocazione turca dal
carattere premonitorio. Nella notte tra sabato e domenica 22 /2 infatti forze
armate turche erano entrate in Siria per 35 Km compiendo poi un gesto
simbolico: lo scippo del feretro di Osman I (o forse la salma di suo nonno, non
ho ben capito) fondatore dell’impero ottomano.
Formalmente non era stata una
grave violazione perché in base al trattato Francia/Turchia del 1921 la tomba
si trovava in una enclave territoriale presidiata legalmente da militari,
appunto, turchi. Ma in realtà per raggiungerla le forze armate turche hanno
attraversato Kobane e la Siria aveva emesso per l’occasione un comunicato
incazzatissimo che definiva il fatto una “palese aggressione”.
Nei mesi precedenti tra Washington e Ankara era stato firmato
un memorandum per l’addestramento militare congiunto di un esercitino
antisiriano (penso che c’entrino anche i droni e le nuove tecnologie). Si
tratta di un documento importante perché tale accordo è firmato anche da Arabia
Saudita e (pensa un po’) Qatar.
Mi pare chiaro che, nel pantheon di una simile
“triplice” islamica, le spoglie di Suleyman Shah hanno un forte valore
simbolico. Pertanto quella potrebbe essere stata una chiara dichiarazione di
potenza all’interno del mondo islamico una sorta di messaggio simbolico che fa
della Turchia il gran difensore dei sunniti.
Nel commentare tali fatti Marco Ansaldo, inviato vaticanista
e docente Luiss, scriveva su LiMes di Marzo che: “Se l’occupazione turca di due ettari di Siria sia un primo passo verso
un espansionismo futuro, è un gioco che si scoprirà presto.”
Ora l’abbiamo tutti chiaro.
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