Oggi su La Stampa abbiamo Molinari che ci dà la linea da
Gerusalemme: “Terroristi ebrei uccidono con le fiamme un neonato palestinese”.
Forse Netanyahu ha capito che fare solo il duro sul piano internazionale non
paga e, anche per difendersi meglio dalle accuse di crimini contro l’umanità,
ora vuole smantellare le organizzazioni dei coloni ribelli.
L’annuncio è chiaramente funzionale ad un maquillage
dell’immagine di Netanyahu. Si vuol fare di lui un giusto che punisce gli
estremismi e difende i bambini. Questo
ovviamente dopo dieci anni che a questi coloni egli ha lasciato mano libera e
dopo che, poche settimane fa, ne ha preso i voti alle elezioni.
Leggendo il servizio all’interno infatti si capisce che le vere
dichiarazioni impegnative sono state fatte dal Presidente israeliano Reuven
Rivlin, ma tutto il fuoco dei titoli televisivi è stato concentrato sulla telefonata
che Netanyahu ha fatto ad Abu Mazen
per cercare, pare, collaborazione.
Ora Price Tag verrà dichiarata, pare, una organizzazione
terroristica. Ma i palestinesi di Abu Mazen devono stare al gioco e dargli una
mano. Come dire: anche voi (palestinesi) dovrete fare come noi e punire i
vostri.
Con queste premesse nelle prossime settimane c’è solo da
spettarsi un po’ di false flags per riattizzare la repressione di Hamas.
Staremo a vedere, per l’intanto io spero di sbagliarmi…
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Ma quello che invece costituisce un serio segnale d’allarme è
il sottostante commento a cura di Stefano Stefanini sul pericolo di guerra in
Europa.
“Il rischio di
confronto militare tra Russia ed Occidente sul suolo europeo fa impallidire
qualsiasi altro problema… Avendo anche a mente la presenza di armi nucleari
tattiche negli arsenali di entrambe le parti, porsi la questione non è
allarmismo, è realismo. La crisi dell’Ucraina è in un vicolo cieco…”
L’articolo va inquadrato nel fall-out comunicativo della
riunione NATO dei giorni scorsi, dove si è stabilito il rilancio dei fronti
Siria e Ucraina contro Assad e Putin e allo scopo il nostro abbeverato
commentatore ci offre alcune perline propagandistiche come: “Siria e ISIS
minaccia comune”, oppure “Proseguono i rinforzi russi ai ribelli” o meglio ancora”
sul versante ucraino compaiono truppe irregolari anche cecene”.
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Come per le organizzazioni terroristiche dei coloni ribelli
di Netanyahu che agiscono indisturbate da un decennio, sul versante ucraino
abbiamo Pravi Sektor, truppaglia neonazista foraggiata dagli americani, che da
oltre un anno e mezzo molesta e terrorizza gli abitanti russofoni del Donbass.
Dichiarare quella una organizzazione terroristica sarebbe il
vero passo avanti, ma non è la pace che si sta cercando nelle riunioni della
Nato, è la guerra. Una guerra moderna, asimmetrica, mascherata da lotta al terrorismo.
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