Il caso Vacca-Agusta viene “ripescato”, è il caso di dire,
dal libro di Lucarelli e Picozzi uscito nel 2005 La Scena del Crimine. (Mondadori)
Vi si riporta, con alcune bevi considerazioni, la traduzione
del rapporto redatto dal giudice istruttore Isabelle Delande del Tribunale di
Tolone. Picozzi e Lucarelli sono interessati solo agli aspetti forensi, ma la lettura mi spinge a ritornare su alcune considerazioni annotate
all’epoca.
Appunti. La vicenda ha l’aspetto del mistero perché è
connessa con aspetti ereditari. In pratica: L’Agusta è una azienda molto
importante nel mercato internazionale degli armamenti. Craxi si occupò di
importanti transazioni e forniture dalle quali avrebbe ricavate ricche tangenti
per il partito e/o il suo proprio potere politico. Una ricchezza che
giornalisticamente viene chiamata “tesoro di Craxi” (forse 2,5 milioni di
dollari). Francesca Vacca è vedova, nonché erede, del conte Agusta, titolare
della fabbrica di elicotteri morto nel 1980. Costei è stata a lungo amante e
compagna di Maurizio Raggio il quale fu collaboratore molto stretto di Craxi e,
faccendiere alquanto scaltro, potrebbe aver trovato la strada per imboscare il
tesoro mettendolo al riparo da tasse e rischi di confisca. La morte della
vedova potrebbe quindi aver messo a rischio l’accessibilità al tesoro da parte
dell’entourage craxiano in quanto invischiato nella vicenda relativa all’asse
ereditario.
In questo quadro la definizione delle circostanze relative
alla morte della contessa diventa quindi fattore critico per poter dirimere i
contenziosi ereditari e non perdere patrimoni e tesori.
In caso di suicidio cade la validità di eventuali polizze e
assicurazioni sulla vita. Per cui amanti e persone care non sposate alle quali
potessero essere intestati i benefici delle assicurazioni resterebbero
asciutti.
Diversamente, in caso di disgrazia (no suicidio e no
omicidio), costoro potrebbero beneficiare indipendentemente dall’attribuzione
finale dell’asse ereditario.
In caso di omicidio l’asse ereditario, come in ogni
successione che si rispetti, potrebbe essere oggetto di un lungo contenzioso da
parte di rami diversi della famiglia. Inoltre un eventuale erede omicida condannato
potrebbe perdere i diritti riproporzionando i rapporti quantitativi di
suddivisione del patrimonio.
Se le circostanze di morte non vengono stabilite con certezza
si apre pertanto un grande margine di trattativa tra gli aspiranti eredi per
trovare un accordo extragiudiziale non più impugnabile, soddisfacente e
definitivo.
Se si assume quest’ottica appare chiaro che tanto l’entourage
craxiano quanto i portatori di legami non legalizzati hanno interesse alla
soluzione extra giudiziale. Mentre i parenti legali hanno interesse una
soluzione giudiziaria con o senza sentenza anche suicidiaria.
Un punto fermo però sta nel fatto che la magistratura
francese ha aperto l’indagine per OMICIDIO e solo dopo l’identificazione del
cadavere, avvenuta grazie all’intervento italiano, si è parlato di suicidio.
Le condizioni del corpo esclusero con certezza l’annegamento,
per cui è certo che Francesca è finita in acqua dopo morta. Altrettanto certo è
che il cadavere è finito in acque italiane, lo dicono le diatomee (alghe
microscopiche) che non sono compatibili con quelle francesi. Quindi il cadavere
di una donna ricchissima, anche di soldi non suoi, finita in mare dopo una morte
violenta tra il terrazzo e la scogliera, è stato trasportato dalle correnti fino
alle coste francesi dopo una quindicina di giorni durante i quali è stato
devastato al punto da impedire il riconoscimento di eventuali segni di violenza
omicida.
Secondo alcune ricostruzioni dell’epoca Francesca Vacca
Agusta era malata ormai terminale e, in assenza di eutanasia nella legislazione
italiana, potrebbe aver fatto coprire la propria decisione di morire con un
trattamento tale da rendere impossibile stabilire le cause di morte e permettere
così una soluzione extragiudiziale per la successione dei propri averi.
In molti casi, nel mondo dei mercenari, i cadaveri vengono
affidati, ritardando il ritrovamento ufficiale, a dei
professionisti che rendono impossibile l’accertamento delle cause di morte. Le
assicurazioni finiscono sempre per pagare, a volte rinegoziando i termini con i
beneficiari. Contenti loro, contenti tutti.
Il 10 Marzo 2001 sono
stati celebrati i funerali di una donna sfortunata, i suoi resti sono stati
cremati, le ceneri disperse in Messico, il paese che lei aveva amato più di ogni
altro. (pg 64)
Nessun commento:
Posta un commento