La
settimana politica.
Interni.
Dopo che la Consulta si è espressa circa i quesiti di costituzionalità relativi
al sistema elettorale vigente, Lo scenario è chiaro: la sentenza è
“autoapplicativa” e perciò l’alibi accampato dall’establishment il 5 Dicembre
non c’è più. Se si vuole si può votare in poche settimane.
E’ iniziata quindi
la manfrina dei giornaloni e Tg di regime per togliere al M5S (che continua a
restare alto nei sondaggi) lo smalto della vittoria. Anche il trucco di pompare
l’immagine di Salvini non sembra molto efficace. Il problema è che il
centrodestra rimane diviso e quindi a Renzi manca la sponda per una nuova legge
antigrillina. Quindi stiamo assistendo alle fumane nebbiose - e anche molto noiose - del centrosinistra.
Bisogna muoversi con quello che c’è e c’è veramente
poco. Per vincere il premio di maggioranza alle prossime elezioni occorre
superare il 40% e a meno di uno scatto emotivo dell’elettorato, per il momento
non c’è nessuno in grado di raggiungerlo.
L’intervento
della Consulta è figlio dello stile Amato, che da sempre distilla le essenze
dell’orticello politico in funzione di una eterna stabilizzazione dello
scenario. Se nessuno raggiunge la soglia premiale avremo infatti un parlamento
proporzionale e gli equilibrismi sottobanco dei vecchi partiti torneranno di
moda. Non c’è sviluppo del quadro politico, ma solo regressione o addirittura
retrogressione alla prima repubblica. Tutto questo perché l’imperativo
categorico sul tavolo della Consulta era quello togliere di mezzo il secondo
turno in forza del quale M5S avrebbe sempre vinto in qualsiasi caso.
Ora è
possibile che si riattivi un moto di riviviscenza tra le tombe della vecchia
sinistra e riemerga qualche zombi. Ma come nelle più belle tragedie
shakespeariane è troppo tardi. Il veleno ha già fatto il proprio effetto…
Meteognosi
esplicativa
Come è
noto a chiunque guardi il calendario, il primo mese di questo nuovo anno ha
cinque domeniche. Non è una rarità perché la circostanza in questione si
ripeterà altre tre volte nel corso del 2017. Ma dei quattro mesi
pentadomenicali solo questo si caratterizza per concludersi in totale assenza
di luce lunare. Questo primo nullilunio infatti condanna la Merla a cercar
protezione per i suoi piccoli nel buio più pesto. Forse è la metafora del
nostro tempo. Forse è proprio per questo che non sappiamo più dove andremo a
finire. Sta di fatto che con tale mestizia si chiude Gennaio. Un mese che dovrebbe
essere stato caratterizzato dal dono divino, con più giorni del Signore che
settimane e quarti di luna e invece domina ancora il buio totale.
E in questi chiari di luna non è certo
questo il momento migliore per inscenare tragedie shakespeariane, si
trasformerebbero presto in un banale film horror.