FQ di
ieri, Domenica, riporta a pg. 10 una analisi del Forum di Davos proposta sinteticamente,
in forma di corrispondenza, da Benedetta Arese Lucini. Costei, che viene
definita imprenditrice Fintech con Oval Monery, faceva parte del gruppo di
manager inviati al Forum e ne dà conto con questo articolo che critica le
posizioni espresse dai politici a Davos. Non fa il nome di Padoan ma essendo costui
il principale esponente del governo italiano che vi ha partecipato risulta sicuramente
destinatario delle critiche.
Costei
mette a fuoco la distanza sempre maggiore tra potere politico e potere
economico. E critica la tendenza ad usare il tema del “pericolo” populista come
schermo per coprire tale ritardo.
Benedetta
attacca anche l’idea di affidare a politiche protezionistiche la difesa dei
posti di lavoro dagli effetti recessivi delle delocalizzazioni. Avanzamenti
tecnologici e macchine sempre più intelligenti diventerebbero la risposta al
protezionismo sempre a spese del mercato del lavoro interno. In pratica l’istanza
protezionista viene attribuita al populismo ma costituisce una tentazione anche
per la politica dei governi antipopulisti. In caso si aprisse tale prospettiva
il sistema industriale risponderebbe accelerando l’automazione.
La vera
alternativa strategica a tale schema sta invece nella capacità di anticipare
gli sviluppi in modo da affrontarli in modo consapevole. Occorre in particolare
agire ora sull’educazione e le politiche del lavoro per affrontare i nuovi
scenari supportando la parte debole della popolazione che può subire le
conseguenze.
Nessun commento:
Posta un commento