Il
Venerdì di Repubblica di questa settimana dedica un articolo alla vicenda della
Procura vicentina.
Quando
lo storico Cotonificio Rossi cessò la propria attività per fallimento c’erano
molti operai da sistemare. Tra le tante, si pensò di utilizzare i locali per
ospitare aziende di piccola dimensione che sorbissero manodopera. Qualcuno la considerava una buona idea e qualcun altro la suggerirebbe anche per i locali ex Marzotto di Valdagno. Ma la cosa durò
pochi anni.
In epoca berlusconiana infatti la fame speculativa prevalse scegliendo
di abbattere tutto alla faccia delle cautele Unesco (l’area è contigua alla
Rotonda di Palladio) e di altre salvaguardie per costruire il moderno complesso
direzionale/commerciale di Borgo Berga.
Si tratta di un intervento edilizio di
grandi dimensioni realizzato in buona parte dall’impresa Maltauro oggi nota per
scandali Expo. Esso è non ancora completato e ospita, tra l’altro, il nuovo
Tribunale.
Ebbene oggi tale complesso di edifici sale alle cronache nazionali perché
vive un succoso paradosso. Nel Novembre 2015 è partita una inchiesta per
lottizzazione abusiva che coinvolge tra gli indagati il direttore del comune e
più recentemente anche l’ex sindaco berlusconiano Enrico Hűllweck. Ma tale inchiesta è partita in conseguenza di
denunce ambientalistiche cui non sono estranei personaggi dello stesso
Tribunale, forse anche giudici che in quegli edifici vi lavorano e ora alcuni
provvedimenti di sequestro potrebbero essere resi operativi da altri giudici
che ivi lavorano. L’idea che una Procura della Repubblica debba sequestrare o
dissequestrare gli edifici ove essa stessa opera solletica la vis polemica di
ambienti che per anni e anni sono stati perseguiti da tale Procura la quale, a
sua volta aveva per decenni polemizzato reclamando la necessità e l'urgenza di venire spostata
dagli edifici ove era insediata precedentemente.
Uno
sviluppo decisivo della vertenza dovrebbe intervenire nelle prossime settimane
ed è prevedibile che se sarà a favore del sequestro verrà visto come un
complotto per paralizzare e fermare la Giustizia, mentre in caso contrario sarà
visto come un favoritismo che la Procura avrà fatto a se stessa diversamente da
quanto fatto per altre attività.
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Antica saggezza veneta:
"Novo
paron, nova lege."