Attentato
alla metropolitana di Leningrado, oggi Pietroburgo.
I militari ceceni
antirussi, oggi specialisti mercenari del terrorismo, si sono resi servi
sciocchi della NATO. La situazione economica della Russia attuale non è delle
migliori e i prezzi bassi del petrolio sui mercati internazionali e le sciocche
sanzioni per l’affare Donbass contribuiscono alla penuria. La NATO, anch’essa
reduce da un periodo di penuria e bisognosa di rifinanziamenti europei, ha
deciso di rilanciarsi agli occhi di Trump come strumento di lotta al
terrorismo. Ma sul suo tavolo permangono dossier critici come la questione
Ucraina. Se non si risolve quella la
NATO non è più credibile.
I
generali cervelloni hanno quindi deciso nei giorni scorsi di provarci. Hanno
imbastito un piano Maidan Bis, che non ha funzionato. Nonostante la crisi
infatti Putin ha un consenso popolare superiore a quello di ogni leader
occidentale. E l’idea di un regime change
di piazza sostenuto dalle ONG occidentali come quelli degli anni scorsi in
Ucraina, in Georgia, nei balcani e nel nordafrica lì non funziona.
Occorre
un piano B e i terroristi ceceni che in questi anni sono stati impiegati
dall’ISIS in Siria e Iraq stanno tornando a casa umiliati e delusi
dopo la sconfitta militare loro inferta proprio dai Russi con Assad. Ecco, loro
sono quelli giusti per scaldar la testa ai bombaroli e ottenere atti
terroristici che sfidino la popolarità di Putin sul piano della sicurezza.
Questo
retroterra fa pensare quindi ad un attentato che serve a chi vuol mantenere
Putin lontano da amicizie occidentali. Un attentato che non ha motivazioni
autoctone, ma eterodirezionali.
Le
metropolitane di Mosca e di Leningrado, costruite rispettivamente nel 1935 e
nel 1955, sono un fiore all’occhiello del periodo stalinista. Sono eleganti,
efficienti e sicure. I commentatori riconoscono la bravura del macchinista il
quale anziché fermarsi e aprire tutte le porte come fanno in occidente (ad
esempio a Londra nel 2005), ha condotto le carrozze alla stazione successiva
evitando i guai da panico in galleria e facilitando l’approdo dei mezzi di
sicurezza. Chi le ha colpite dimostra odio e invidia verso di esse e verso i
russi. Vecchi retaggi di anticomunismo.
E’
comunque interesse comune tra Russia e contesto occidentale considerare l’attacco
come revanscismo islamista e stringere accordi di collaborazione per lo scambio
di informazioni in tema di foreign fighters.
In ogni caso però non bisogna perdere di vista la UE del dopo Brexit. In caso di hard Brexit infatti più di qualcuno sta pensando ad un rilancio partendo dal settore militare.
Però per impegnare i popoli a costruire un mega esercito ipertecnologico occorre un nemico. E bisogna scegliere: o l'ISLAM o Putin.
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