Su FQ di Domenica 28 Maggio, Laura Margottini fa il
punto sulla campagna vaccinite. Il pezzo è di mezza pagina ed è preceduto da un
pezzo sull’omeopatia, scritto da un’altra collega, nel quale il quotidiano
mostra di essere nettamente schierato con la medicina ufficiale.
L’articolo Margottini ha il pregio di offrire un approccio
disincantato e scevro dagli impulsi propagandistici della comunicazione
mainstream. E offre una lettura piacevole a chi, come me, crede che il vaccino
sia un gran passo avanti nella prevenzione, ma rifiuta gli approcci di regime
perché troppo servili nei confronti del marketing Bigpharma.
L’articolo mi stimola le considerazioni che appunto qui di
seguito.
***
Il Governo intende introdurre di soppiatto un regime di obbligo
vaccinale per decreto. La cosa è stata ufficializzata in CdM e costituisce
l’approdo di un lavoro preparatorio portato avanti almeno da due anni a questa
parte dal Governo Renzi. Nel 2015 infatti è stato presentato il Piano nazionale
vaccini che punta ad estendere la copertura di massa con la scusa di ridurre i
rischi. (Il Piano è uscito poi quest’anno col nome di PNdV 2017-2019,
pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 18 Febbraio u.s.). Si tratta di un piano
che enuncia obiettivi altisonanti e condivisibili ma poi adotta un calendario
vaccinale redatto quasi totalmente dalle società scientifiche, proprio quelle
che sono espressione diretta dell’industria. Qui l’articolo non lo dice ma
occorrerebbe ricordare che il calendario è il punto più delicato del marketing
farmaceutico, soprattutto vaccinale, perché connesso con la gestione delle
scorte e le giacenze di magazzino, le quali sono voce fondamentale per i
bilanci aziendali.
L’obbligo decretizio confligge con il principio
costituzionale espresso dall’art. 32 della Costituzione Italiana laddove
recita: “La Repubblica tutela la salute
come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività, e
garantisce cure gratuite agli indigenti. Nessuno può essere obbligato a un
determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge”. La “disposizione
di legge” però non è una qualsiasi perché, come precisa il testo
successivo, “La legge non può in nessun
caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana.” Ed è su
questo punto che, fermo restando il principio di non obbligatorietà, poggiano
le obiezioni. Il rispetto della persona presuppone infatti la non esposizione a
rischi. Rischi che sono riconosciuti esistenti, sia pur in misura considerata
accettabile in termini di analisi costi/benefici, dalla stessa OMS e dalla FDA
(authority statunitense).
L’aggiramento di tale vincolo richiede un strategia
complessa. Bisogna ricollocare il tema fuori dall’ambito del diritto individuale affrontandolo ad
esempio in termini di legiferazione in tema di esercizio della patria potestà.
Il soggetto interessato alla vaccinazione in quanto minore non può esprimere o
negare consenso al trattamento, ma lo può fare colui che ne ha la patria potestà,
ebbene facciamone rispondere non i termini di rispetto della persona ma verso
la comunità in cui e collocato il minore stesso. In tal caso entra in gioco il
concetto di sicurezza collettiva, non più individuale.
I vaccini obbligatori passerebbero da quattro a dodici.
Diventeremmo primi in Europa, dove in tema di vaccini prevale la strategia
della raccomandazione e non della obbligatorietà, e questo primato ci
renderebbe interlocutori privilegiati con Bigpharma. Più vaccini e più pistole.
Un asse relazionale imbattibile. Bravo Renzuschino!
L’operazione viene
condotta soprattutto in termini di comunicazione. Il Piano lo prevede
esplicitamente tra i suoi obiettivi.
Si enfatizza il rischio fake news per scoraggiare la
narrativa antivaccinista presente sul web. Il vecchio framework
giornalistico-televisivo, quello fondato sull’idea che la scienza sia
infallibile e oggettiva, infatti fa acqua da tutte le parti perché oggi le
informazioni oscurate possono circolare liberamente sul web. Si costruisce perciò
un messaggio mainstream secondo il quale sarebbe in atto una campagna
antivaccinazioni mentre ad essere in atto e l’esatto contrario: una campagna
per aumentare la copertura vaccinale, ovvero, in termini di marketing
industriale, aumentare le forniture e ridurre le scorte.
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“Il colera passa, i
Gava restano. È dunque vero che se ne vanno sempre i migliori.”
[Enzo Biagi]