GIORGIO
Marenghi, redattore dei Quaderni vicentini, pubblica nel numero 2/2018 della
rivista gli appunti su alcuni aspetti relativi al ruolo della CIA a Vicenza
negli anni della strategia della tensione.
La fonte è data dai documenti d’indagine relativi
all’inchiesta condotta dal giudice Guido Salvini, una indagine che ha fatto
luce sulle responsabilità neofasciste nelle stragi di quegli anni, nonché sulla
compromissione dello Stato attraverso i servizi.
Si tratta di cose già note ma egli mette a fuoco la piazza
vicentina, caratterizzata dalla presenza della base militare alleata. Ed
evidenzia il fatto, tutt’altro che secondario, che il SISMI a sua volta monitorava
la CIA. Con l’inchiesta Salvini i ROS nei decenni successivi hanno fornito al
giudice i relativi documenti.
Si tratta di vari documenti alcuni dei quali contengono
liste degli informatori e membri della rete. In essa sei su dodici erano vicentini.
La CIA fa parte – scrive Marenghi – del nostro paesaggio berico.
Tra i nomi che vengono fatti nell’articolo il più noto è
Carlo Di Giglio, consigliere stragista fin dai tempi di Piazza Fontana, ma si
scopre che c’era anche suo padre. Inoltre si apprende che la guida di tutta la
rete era Jack Capps, vicentino residente.
L’esame di tali documenti lo porta a concludere che “il vero
discorso politico potrebbe riguardare in generale la possibilità di una reale
indipendenza del nostro Paese, ma stante la situazione internazionale, direi
che è una utopia il solo pensare ad uno sganciamento dalle alleanze USA NATO”.
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Naturam expellas furca,
Tamen usque recurret.
(scaccia pure la natura col forcone, tanto torna sempre)
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