Ottimo articolo FQ sulla reale situazione del VENEZUELA.
E’ scritto da Pino Arlacchi ed espone dati contenuti nel
Rapporto De Zayas, un documento ONU che propone il deferimento degli USA alla
Corte Penale Internazionale per crimini contro l’Umanità perpetrati in
Venezuela dal 2015. Quest’ultimo è uno dei tanti documenti ufficiali che il
Giornale di Vicenza e altri giornaloni più o meno servi del mainstream OCSE
fanno finta di non conoscere. Ed è una analisi dei danni provocati dall’attacco
sanzionatorio voluto da Obama.
In esso si chiarisce che a partire da quell’anno il
Venezuela è stato espulso dai mercati finanziari internazionali su iniziativa
USA e messo in condizione di non poter pagare le importazioni con i proventi
petroliferi. Ora è facile capire che essendo gli idrocarburi l’asse portante
dell’economia venezuelana si tratta di un attacco letale. Le sanzioni infatti intervengono
sull’uso del dollaro e congelano e sequestrano i fondi venezuelani depositati
in territorio statunitense.
Dittatura o democrazia? Quello che è certo è che Chavez è
salito alla presidenza della repubblica con le elezioni del 1998 e da allora si
sono tenute 4 elezioni presidenziali e 14 tra referendum e consultazioni
nazionali. Le ultime elezioni possono non essere state ancora riconosciute
internazionalmente, ma si tratta di un regime di consultazione popolare neanche
lontanamente paragonabile a quello delle petromonarchie sunnite e catarine cui
non si chiede alcuna democrazia.
Ma in ogni caso sono i dati a parlare. Prima di Chavez
(morto prematuramente, colpito da cancro) i proventi petroliferi non venivano
reinvestiti, ma venivano imboscati nelle banche degli Stati Uniti. Poi sono
stati nazionalizzati e reindirizzati sullo sviluppo interno. Da allora il PIL
pro-capite è triplicato e le spese sociali hanno raggiunto i 70% del bilancio
dello Stato. Sotto il “regime” di sinistra Chavez-Maduro l’analfabetismo è
stato azzerato, la mortalità infantile si è dimezzata, la malnutrizione è
passata dal 21 al 5% e l’indice Gini di disuguaglianza (dato del Fondo
Monetario Internazionale e Programma Nazioni Unite per lo Sviluppo) è sceso al
livello più basso di tutta l’America Latina.
Inutile menarla: il problema venezuelano è che siamo
difronte al solito scontro sull’egemonia monetaria globale del dollaro. Gli
Stati Uniti, ossessionati dallo scontro con la Cina non vogliono cedere la
leadership monetaria che risale agli accordi di Bretton Woods e trascinano
sistematicamente i partner postbellici in conflitti extra ONU condizionandoli
con la NATO e le altre anacronistiche alleanze militari. E, ahimè, un regime
abnorme di propaganda informativa obnubila le pubbliche opinioni occidentali
dal prenderne coscienza.
E’ una vecchia storia, la fiaba lungarèla: prima di Maduro
ci hanno appena provato con Assad, è toccato a Lula, Geddafi, Saddam e via via
fino ad Allende, Omar Torrijo e Mattei. E dopo Maduro toccherà al Nicaragua, alla
Bolivia e chissà chi altro… sempre in nome della democrazia coprendo gli
interessi del dollaro.
Tutto qui. Grazie a Pino Arlacchi, ex vicesegretario
generale dell’ONU, e grazie al Fatto Quotidiano per aver pubblicato questi dati
scomodi.
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L'arte di vincere la si impara nelle sconfitte
- Simòn Bolivar
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