Pseudo scienza musulmana.
In chiusura del numero di Febbraio della rivista TEORIE
COMPLOTTISTE, enigmi, scienza, paranormale alle pagine 69 – 82 si trova l’articolo
di Stefano Bigliardi del CICAP. Ne prendo appunti.
l’Articolo suddivide le categorie FAKE Pseudoscienza,
antiscienza e cospirazionismo. Esso esamina con esempi le varie possibilità di
interazione negativa tra scienza e ISLAM e più in generale interferenze e
tendenze di intromissione culturale. Lo fa dopo un’ampia premessa rispettosa
verso la religione. Il Corano, dice, è la parola di Dio e Muhammad non è
l’autore, ma un essere umano, persona perfetta.
L’identità di mussulmano non è un concetto etnico, non
coincide affatto con “arabo”. Ci sono infatti arabi cristiani e mussulmani non
arabi. Non è neanche un concetto linguistico, ma nei paesi mussulmani non
arabofoni si apprende il Corano in arabo. (Del resto si faceva lo stesso anche
nel cristianesimo con la messa in latino prima del Concilio Vaticano II).
La teologia coranica insegna che la prova circa
l’attendibilità scientifica del Corano sta nella sua perfezione formale. Ora,
soprattutto in tempi recenti, a questa concezione della inimitabilità linguistica
del testo sacro si va sovrapponendo l’idea di una inimitabilità scientifica.
Esempio:
Nell’immaginario musulmano esistono gli jinn ovvero i genii
che sono esseri soprannaturali, ma neanche l’unione tra questi e gli umani
potrebbe raggiungere la capacità di redigere un testo all’altezza del Corano.
(Nella mia edizione NEWTON 1996, curata da Hamza Roberto
Piccardo e accettata dalla Unione delle Comunità e Organizzazioni Islamiche
d’Italia, in questa sura 17:88 gli Jinn vengono tradotti con “demoni”. Precisamente
a pg 251 si trova scritto:” Se anche si riunissero gli uomini e demoni per
produrre qualcosa di simile a questo Corano, non ci riuscirebbero, quand’anche
si aiutassero gli uni con gli altri”).
Ora, il Corano secondo i sostenitori della sua attendibilità
scientifica, contiene numerosi passaggi che presentano una descrizione accurata
di fatti e fenomeni che sono stati accertati dalla scienza solo secoli dopo la
loro scrittura ovvero la rivelazione. Ciò riguarderebbe vari argomenti come le
correnti oceaniche, l’espansione dell’Universo, la struttura delle montagne, ma
anche lo sviluppo dell’embrione e del feto nel ventre materno e molto altro.
Uno dei principali divulgatori di queste verità coraniche è
Zaghloul El-Naggar, del quale ho visto che si trova parecchia roba sulla rete.
Ma l’articolo sostiene che si tratta di forzature interpretative. E’ vero, scrive BIGLIARDI, che il corano
parla spesso di fatti naturali ma è esagerato sostenere che esse siano
“scientificamente accurate”. (Pertanto il mainstream l’antifake della stampa Polically
Correct non considererà il Corano un riferimento scientifico).
Se il Corano fosse “scientifico alla lettera” le formiche
sarebbero di vetro e l’olio d’oliva curerebbe ii cancro, ci ricorda Bigliardi.
Tuttavia questa idea della scientificità coranica sta avendo
successo e popolarità sempre in crescita fin dagli anni settanta. Ciò è dovuto
anche al medico francese Maurice Bucaille (1923 – 1998) gastroenterologo
parigino nonché medico di Sadat.
Costui nei suoi libri, dei quali il più significativo è LA
BIBBIA, IL CORANO E LA SCIENZA (1976) sostiene l’assenza totale di
contraddizioni logiche e “inaccuratezze scientifiche”. Egli esaminò per conto di una commissione
governativa le mummie del museo del Cairo e individuò quella del faraone che
inseguì gli ebrei durante l’esodo. Il Corano ne parla ed egli sostiene che lo
stato della mummia è compatibile con la descrizione coranica: trauma da impatto
con l’acqua e annegamento.
Ora, il miracolo scientifico consisterebbe nel fatto
che “nessuno poteva sapere all’epoca della rivelazione coranica che la mummia
del faraone era stata preservata, né conoscere con esattezza le cause della
morte del sovrano egizio”. (Il Corano alla sura X, versetti 90,91 e 92 afferma
che il Faraone – Ramsete II, per la cristianità – “FU SUL PUNTO DI ANNEGARE” e
si dichiarò pentito e sottomesso, cioè credente. Ma Allah rispose a tale
attestazione di fede promettendo di salvare il corpo affinché divenisse segno
per i posteri. Sempre il Corano, nella sura XXVI: versetti 60 - 67 precisa:”
rivelammo a Mosè: colpisci il mare con il tuo bastone… e salvammo Mosè e tutti
coloro che erano con lui, mentre annegammo tutti gli altri.” Pertanto il
faraone annegò e, secondo gli esegeti, il suo corpo fu rigettato su iniziativa
dello stesso Allah sulla spiaggia per essere conservato (Imbalsamato) e
ritrovato. Cosa che avvenne solo nel 1881, dopodiché, conservata al museo del
Cairo, tale mummia fu individuata come quella bibblico/coranica dall’esame di
Bucaille).
Anche la Bibbia, in Es 13,17 - 14, 29, racconta l’attraversamento
del Mar Rosso, ma quel racconto a giudizio di Bucaille è ricco di inesattezze;
contrastando in ciò con la precisione e l’attendibilità del Corano.
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