Occorre oggi ricordare che
il 28 Maggio 1974 a Brescia, Piazza della Loggia, i neofascisti nostrani la cui
testa era stata scaldata tre giorni prima da Carlo Maria Maggi in una riunione
tenutasi presso Abano Terme, prepararono una trappola mortale contro i
manifestanti sindacali. Nascosero in un cestino l'esplosivo della NATO
opportunamente innescato. Era la gelignite custodita da Ordine Nuovo di
Venezia, che esplose durante il comizio vicino all'area dove c'era il gruppo di
militati della Cgil scuola. I morti non furono sei, come scrissero i giornali,
ma otto e i feriti 94.
Maggi è stato condannato in via definitiva nel giugno 2017
assieme a Maurizio Tramonte (fonte Tritone dell’ufficiale SISMI Gianadelio
Maletti) per quella strage, ma una parte delle indagini è ancora in corso per
cui Guido Salvini nel suo libro LA MALEDIZIONE DI PIAZZA FONTANA (Chiarelettere
2019) si attiene al segreto istruttorio e non fa i nomi di almeno due
personaggi che pseudonimizza in “PARACADUTISTA” e “GIOVANE CAMERATA” i quali
sarebbero altrettanto pienamente coinvolti. Le lunghe inchieste di Salvini e
l’infinito puzzle di riscontri da lui effettuati hanno anche consolidato le
certezze sui collegamenti tra le due stragi, quella di Piazza Fontana e quella
di Brescia, tanto da confermare la dichiarazione fatta dal generale Maletti: “…
i pulcini del 1969 fecero da chiocce a quelli del 1974.”
Maletti ha rilasciato questa dichiarazione ad Andrea
Sceresini in quale, con Palma e Scandagliato, si è recato a Johannesburg
nell’autunno del 2009 per realizzare una importante intervista all’ex capo dei
servizi segreti.
Ma una indicazione molto importante e nuova tra quelle
contenute nel libro dell’ex giudice Guido Salvini, riguarda i collegamenti
tra eccidio di Brescia e Ludwig. Egli se ne occupa nelle pagine 387 –
392.
Ludvig.
Si tratta di una sigla neonazista che ha operato in Italia
tra il 1973 e il 1984 e che risulta responsabile di 28 morti e 39 feriti.
Secondo la ricostruzione di Salvini essa era presente ancora prima che vi si
inserissero i due noti assassini Marco Furlan e Wolfgang Abel; i quali entrano
a farne parte verso il 1976. Costoro sono stati arrestati il 4 Marzo 1984 in
flagranza di un attentato. Avevano appena iniziato l’incendio della moquette
della discoteca Melamara sita in quel di Castiglione delle Stiviere (MN). Il
Furlan aveva 25 anni, l’Abel 24. Non erano al primo incendio, erano esperti,
reduci dall’incendio in gennaio della discoteca di Monaco con sette feriti e un
decesso, nonché del rogo di Milano in un cinema a luci rosse avvenuto il 14
Maggio 1983 con sei morti e 32 feriti.
Furlan era figlio del primario veronese del reparto grandi
ustionati e Abel era figlio di esperti assicuratori tedeschi che operavano in
Italia. Ma nella discoteca Melamara non avevano previsto i nuovi materiali
antincendio che rallentavano le fiamme dando tempo alla sicurezza (i
buttafuori) di intervenire.
La condanna fu di trent’anni ma Furlan è fuggito a Creta nel
1991 durante la scarcerazione per decorrenza dei termini e Abel ne ha scontati
27.
Secondo Salvini Abel e Furlan sono gli unici ad aver pagato
per le azioni delittuose di Ludvig, che però agiva col supporto di altri.
Esisterebbe in pratica un collegamento Ludvig-Ordine Nuovo-strage di
BRESCIA La stessa fuga in Grecia di Furlan non sarebbe stata possibile
senza l’aiuto di elementi di estrema destra. E fa riferimento alle ricerche dei
Ros su mandato della procura di Brescia e il libro di Monica Zornetta: LUDVIG, storie di fuoco, sangue e follia,
uscito nel 2011 per le edizioni DALAI.
In tali ricerche si fa riferimento a testimonianze che
parlano di tecniche di livello militare in una organizzazione di stampo
esoterico regolata da patti di silenzio e affiliazione mortale. C’è inoltre una
“vicinanza operativa” con le Ronde Pirogene Antidemocratiche il
cui leader Luca Tubertini aveva amicizia e frequentazione con i due assassini.
Il Tubertini è anche l’autore del documento noto come PIRO ACASTASI che si trova agli atti della sentenza ordinanza
pronunciata dal Giudice istruttore di Bologna dott. Leonardo Grassi in data
2.4.1990.
Ebbene da tale documentazione emerge una teoria del fuoco
purificatore come strategia piromane per l’azione eversiva. Si tratterebbe
quindi di una organizzazione-setta caratterizzata anche da acceso anticomunismo
i cui adepti, tra i quali è stata dimostrata una presenza di militanti Ordine
Nuovo, mostrano una particolare motivazione filosofico-religiosa. Tale rete di
monaci/militanti è conosciuta anche in altri paesi col nome di ANANDA MARGA.
E’ questa una pista che giace sui tavoli della Procura
Milanese fin dal 1980 ma sulla quale si adagia un velo opacizzante dovuto alla
contiguità di alcuni nomi e nodi organizzativi con reti informative americane
in seno alla NATO.
Pertanto la verità totale sulla rete che ha realizzato la
strage di Brescia, le cui indagini pluridecennali hanno peraltro permesso di
chiarire le responsabilità su Piazza Fontana, è ancora una volta resa
indisponibile dalla cogente alleanza militare che lega tutt’oggi in modo
inopportuno il nostro Paese alle logiche della guerra fredda.
I morti non furono sei, come scrissero i giornali, ma otto e i feriti 94.
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Quod me nutrit me destruit
(Tatuaggio di Agiolina Jolie)
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