Il Fatto Quotidiano è l’unico giornale che pago solo se
voglio, decidendolo ogni giorno, a seconda se mi va oppure no. Certo gode anch’esso
del credito di imposta sulla carta che non può evitare, ma c’è una legge che
obbliga gli italiani a sostenere con soldi pubblici tutti gli altri quotidiani
ed è a questo che il Fatto rinuncia dichiarandolo programmaticamente sulla
testata. Intendo dire che se non lo compro non lo pago, come invece mi tocca
fare per tutti gli altri quotidiani. Per fare un esempio il Giornale mi sta
sulle balle (ed è un mio pieno diritto, com’è diritto dei suoi lettori
considerarlo fantastico), e perciò non lo compro. Ma lo pago lostesso.
Questo piccolo paradosso, piccolo ma grande, grande come una
tomba, come quella di Adamo Smith il quale vi si rivolta dentro già da molto
tempo, vale haimè anche per Il Manifesto, quotidiano comunista ma evidentemente un po' ipocrita.
Siamo in una
democracy talmente ipocrita che sostiene i giornali che vanno bene al proprio
regime invece di lasciarlo fare ai lettori. E questo anche se dietro vi si
nascondono robustissimi poteri economici. Pensiamo ad esempio a La Repubblica
con De Benedetti, ma anche a Berlusconi.
Certo, si può obiettare che è così da secoli (mi riferisco ai
potentati economici che controllano la stampa) e che pertanto anche il mio
lamento è ipocrita, ma resta il fatto che se io domattina non compro il Fatto
Quotidiano non lo pago mentre non posso dire altrettanto di tutti gli altri.
Qualcuno di essi è addirittura nato con l’esplicito intento di sfruttare i
finanziamenti pubblici e sono quelli letti in pratica solo dagli altri
giornalisti.
Ci sono poi altri quotidiani storicamente importanti come L’Unità,
già morti e sepolti dal mercato perché appartengono ad un’altra fase storica e
non l’hanno capito, oppure, come ho già detto, Il Manifesto che oggi non ha più
niente di niente, salvo la storica capacità di fare eccellenti e simpatici
titoli. Ebbene io domani pagherò anche quelli indipendentemente da ciò che
sceglierò di fare.
Poco male, si tratta della parte millesimale di un Euro e mezzo, ma
per me conta il principio. E anche i contenuti, visto che mi trovo spesso d’accordo.
Certo, ad esempio: se fosse un pochino più indipendente sulle questioni internazionali
sarebbe ancora meglio. (E non è una cosa impossibile nonostante l’esistenza della NATO e del Mossad, come del resto insegna proprio il Manifesto con Giuliana Sgrena).
Ma è meglio non chiedere la luna, sarebbe come chiedere
a Furio Colombo di abbandonare le sue storiche posizioni parasioniste…
Detto questo comunque, onore al merito. Fino ad oggi il Fatto
Quotidiano ha dimostrato che avevano ragione proprio quelli come Colombo, Padellaro,
Travaglio e tanti altri che hanno scommesso sulla possibilità di fare
informazione sulla carta stampata anche senza la stampella pubblica. Bravi!
Auguro a loro e a tutto il mondo del Fatto Quotidiano: Lunga
vita!
Grazie e buon anno.
Un lettore indipendente.
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